Sul fondo ovale e lucido è inciso, al centro, lo stemma di Marzio Venturini Galliani. Il fondo si rialza con alte sponde, sulle quali sono incisi, su campo puntinato, motivi decorativi geometrizzanti. Di questi, originati dall'intrecciarsi dei nastri che si dispiegano sulla breve tesa, quattro si collocano ai vertici degli assi diametrali e recano sulla tesa un cespo di foglie d'acanto racchiuso dai nastri, due dei quali terminano con volute a foglia d'acanto affrontate includenti un cespo analogo. Altri quattro, più piccoli dei precedenti e diametralmente opposti, dividono la tesa in otto parti uguali e terminano con una coppia di volute affrontate, nate dall'unione dei nastri e includenti un piccolo cespo di foglie d'acanto. Gli ultimi otto motivi decorativi, ancora più piccoli e diametralmente opposti, dividono la tesa in sedici parti uguali e sono costituiti dall'intrecciarsi dei nastri con un altro più sottile che si avviluppa a formare figure geometriche. (Segue in OSS)
- OGGETTO bacile
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MATERIA E TECNICA
argento/ martellatura/ sbalzo/ cesellatura/ bulinatura
- AMBITO CULTURALE Bottega Genovese
- LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
- INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il bacile e la brocca (scheda n° 20000039) di argentiere genovese, datati da Giampiero Lucchesi (G. Lucchesi, "Museo dell'Opera del Duomo di Pisa", Pisa, 1993, p. 71) rispettivamente al 1755 e al 1761, assenti negli inventari del Settecento, fanno la loro prima apparizione nell'inventario del 1805, segno che evidentemente si tratta di arredi acquistati all'inizio del XIX secolo dall'Operaio Marzio Venturini Galliani, al quale appartiene con ogni probabilità lo stemma che vi è inciso. Lo scopo di questo come di molti altri acquisti e doni avvenuti in quegli anni è quello di arricchire il patrimonio di suppellettili della Cattedrale decimato dalle spoliazioni del 1799. Il bacile e la brocca, datati 1735 per la presenza del punzone datario di Genova, rimandano ad un ambito artistico, quello genovese degli inizi del Settecento, completamente diverso da quello fiorentino, o più estesamente, toscano che caratterizza molti degli arredi della Cattedrale di questo periodo. Infatti, a Genova già dalla seconda metà del Seicento cominciano a manifestarsi quegli influssi francesi che diventeranno preponderanti nel secolo successivo. La Francia detta legge nel campo del galateo e, quindi, dell'oreficeria profana: le forme e lo stile degli oggetti francesi, richiesti in tutte le corti che vogliano seguire la moda, costituiscono il principale modello per gli orafi europei. Anche la tipologia cui appartiene il nostro acquamanile si sviluppa in Francia alla fine del XVII secolo dai prototipi medievali, rispetto ai quali, però, si presenta più allungata e con il fondo arrotondato. Questa "aiguière-casque", ossia brocca a casco, così chiamata per la sua forma ad elmo rovesciato, può avere un manico a doppia voluta, oppure ad arpa ed è accompagnata da un bacile generalmente di forma ovale eseguito en suite. Le brocche ed i bacili usati nelle celebrazioni liturgiche non differiscono nelle loro caratteristiche strutturali dagli analoghi pezzi di uso profano, tanto più che in molti casi nascevano proprio come oggetti destinati ad una committenza laica. Questi arredi si prestano molto bene ad ospitare un tipo di decorazione, che si sviluppa orizzontalmente in fasce sovrapposte e separate. Grottesche, mascheroni, cartigli, erme, figure fantastiche, candelabre, festoni, rosette, conchiglie stilizzate costituiscono i motivi ricorrenti, desunti dal repertorio classico diffuso in Francia a partire dagli anni Trenta del XVI secolo dagli artisti italiani operanti a Fontainebleau e, poi, dal moltiplicarsi dei disegni e delle stampe, che, riproducendo medaglie, cammei, vasi, bassorilievi classici, lanciano Oltralpe la moda dell'antico. Nel tardo Seicento si ripropongono questi motivi tipici della Renaissance, inframmezzandoli con medaglioni figurati fusi e saldati e con nastri intrecciati disposti in modo simmetrico. Questo stile piatto, appena inciso con un bassissimo rilievo, viene definito "alla Berain" dal nome del suo ideatore, l'artista francese Jean Berain (1640-1711). Questi disegna modelli per oreficerie, tessuti, mobili, carrozze, orologi e decorazioni d'interni per la corte del Re Sole e per un pubblico sempre più vasto di nobili. Il suo stile, così leggero e distante dal Barocco pesante e scultoreo di Charles Lebrun e di Jean Le Pautre, prepara la strada al trionfo del Rococò, che pure ha caratteristiche diametralmente opposte. La decorazione di Berain viene diffusa in tutta Europa da centinaia di incisioni e da numerosi artisti ugonotti suoi seguaci, che, come Daniel Marot, sono costretti a fuggire soprattutto alla volta dell'Inghilterra e dell'Olanda, in seguito alla revoca dell'editto di Nantes avvenuta nel 1685. Lo stile "alla Berain" incontra un particolare successo ad Augsburg, la città tedesca da secoli al primo posto nel campo orafo anzitutto per quanto riguarda le esportazioni. Gli argentieri di Augsburg, tuttavia, non riproducono in maniera pedissequa le caratteristiche della decorazione proveniente dalla Francia, ma la modificano secondo il loro gusto, privilegiando i motivi ad intreccio e la struttura geometrica. In questa forma lo stile di Berain giunge anche in alcune parti d'Italia, prima fra tutte Genova, come si può osservare dall'acquamanile e dal bacile del Museo dell'Opera del Duomo di Pisa. La brocca, che nella sua forma a casco riproduce una tipologia assai in voga anche a Genova sin dal tardo XVII secolo, ed il bacile presentano una decorazione "alla Berain" molto semplificata e con un numero limitato di motivi. Nel predominio dei nastri, che s'intrecciano in modo da originare figure geometrizzanti e simmetriche, si ritrova l'influsso del gusto tedesco
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665767
- NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665767
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
2014
- STEMMI Fondo - Stemma - Venturini Galliani - Stemma coronato consistente nella croce dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, alla quale è sovrapposta una cartella profilata da volute concave e convesse modanate e a foglia con tralci pendenti. (Segue in OSS)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0