Il fondo circolare è rialzato al centro, dove è inciso lo stemma Della Fanteria. Intorno al rialzamento centrale si dispiega una complessa decorazione: su campo puntinato, otto cartelle mistilinee sono definite da coppie d i volute concave e di doppie volute intrecciate e sovrapposte a un rombo e racchiudono, in alternanza, piccoli quadrati con corolle di fiori ai vertici e tre fragole su stelo. Fra le cartelle si inseriscono, in alto, coppie di volute a foglia d'acanto affrontate, con piccoli trifogli pendenti. Queste includono un ovulo e si raccordano mediante segmenti orizzontali alle doppie volute intrecciate. La larga tesa reca, su fondo puntinato, coppie di foglie d'acanto a doppia voluta affrontate e includenti un ovulo, dal quale nascono, in alternanza, un fascio di spighe di grano e uno di giunchi . (Segue in OSS)
- OGGETTO bacile
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MATERIA E TECNICA
argento/ martellatura/ sbalzo/ cesellatura/ bulinatura
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ATTRIBUZIONI
Lebrun Marc-augustin (bottega)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Durand Jean Baptist
- LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
- INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La coppia di bacili, insieme alla brocca (scheda n° 20000028), alla palmatoria (scheda n° 20000030) e al vassoio porta-ampolle (scheda n° 20000031), è stata acquistata nel 1867 dall'arciprete Luigi Della Fanteria, vicario generale e camerlengo dell'amministrazione interna del Duomo pisano. Questi arredi, recanti lo stemma Della Fanteria, sono attestati insieme al messale con placchette in avorio (scheda n° 20000034), oltre che nell'inventario del 1890, anche in una nota degli arredi sacri acquistati dal Della Fanteria inclusa tra le giustificazioni di pagamenti dell'Opera interna dell'anno 1867. Ad essa sono allegati anche vari fogli sciolti contenenti la stima eseguita per ogni oggetto dal perito stimatore Pietro Gallani. L'analisi d i questi documenti ci consente di formulare alcune osservazioni, che risultano interessanti al fine di ricostruire la storia delle nostre suppellettili. Anzitutto, si deve notare che in origine gli oggetti acquistati dal D ella Fanteria sono più numerosi di quelli che ci sono rimasti. Infatti, oltre ad essi si contano "una Croce d'Oro cesellata con Brillanti, e Cordone di seta", "un Anello con Brillanti, e Acquamarina legato in Oro", "un Anello con Rose", che però non è stato consegnato, "un Secchiolino, e suo aspersorio d'Argento cesellato" e vari parati sacri. Nell'elenco è incluso anche "un calice Argento cesellato, e dorato, e Patena simile", che probabilmente è lo stesso descritto nell'inventario del 1895 con il numero d'ordine 47 recante lo stemma Della Fanteria sul bordo della base. L'insieme degli oggetti acquistati dal Della Fanteria presenta dal punto di vista stilistico un carattere molto eterogeneo, che rivela l'intervento di diverse botteghe orafe. I bacili e la brocca, accostabile ad essi per analogie stilisti che, datati da Giampiero Lucchesi (G. Lucchesi, "Museo dell'Opera del Duomo di Pisa", Pisa,1993, p. 75) alla prima metà del XIX secolo e attribuiti da Antonella Capitanio all'orafo Jean Baptist Durand (A. Capitanio, "Oreficerie francesi nella Toscana occidentale", in Bollettino d'arte, suppl. n. 95, 1997, p. 168), sono opera in realtà dell'orafo parigino Marc-Augustin Lebrun (1782-1859), come è attestato dalla presenza sui bacili del punzone di bottega. Questi non sono gli unici oggetti che il Della Fanteria ha acquistato alla bottega di Lebrun. Infatti nel libro delle entrate e delle uscite dell'amministrazione interna del Duomo redatto dal 1816 al 1849, sono attestate due voci di uscita indirizzate al "Sig.e Lebrun di Parigi", data te rispettivamente 17 giugno e 31 dicembre 1848, (AOP, f. 952, c. 86 v),ch e riguardano, l'una, l'acconto e, l'altra, il saldo del pagamento di un pastorale nuovo, segno che i rapporti tra l'Opera del Duomo di Pisa e il lab oratorio orafo parigino erano frequenti. Dunque nel 1808, Lebrun, uscito d alla bottega di Biennais, ne apre una in proprio e si specializza nella realizzazione di vasellame da tavola. A partire dal 1823 e sino al 1855 partecipa a tutte le Esposizioni dei prodotti per l'industria, ottenendo sempre risultati eccezionali, che lo pongono tra gli orafi francesi più apprezzati del tempo. Nel corso della sua lunghissima carriera durata più di trent'anni il suo stile si è evoluto adattandosi ai mutamenti del gusto e delle mode, che è riuscito sempre ad interpretare ed a soddisfare prontamente. Così, nelle prime opere possiamo scorgere l'influsso dello stile Impero, che Lebrun apprende da alcuni tra i suoi maggiori interpreti, come Biennai se Odiot. A partire dagli anni Quaranta dell'Ottocento, però, comincia a farsi strada un gusto nuovo, quello da cui traggono origine i revivals. Si cerca di riproporre gli stili che si ritiene incarnino l'essenza più profonda delle varie epoche storiche: il risultato è una reinterpretazione in chiave ottocentesca del Gotico, del Rinascimento, del Barocco, del Rococò. L'oreficeria francese si dimostra all'avanguardia e riesce a cogliere e ad interpretare questo spirito nuovo a partire dagli anni Trenta del XIX seco lo. Lebrun evolve il proprio stile assecondando la moda del momento e nell 'Esposizione del 1834 gareggia con Durand e con Wagner, ai quali più tardi si aggiungerà Froment-Meurice, nella realizzazione di oggetti chiaramente ispirati allo stile rinascimentale. In questo ambito culturale si collocano la brocca e la coppia di bacili in "Argento di Francia tutto cesellato" acquistati da Luigi Della Fanteria. Dal momento che questi, oltre al punzone di bottega, recano la testa di Minerva, marchio di garanzia e del titolo in uso a Parigi dal 1838, possiamo datarli tra il 1838 ed il 1859, anno della morte di Lebrun. Dal punto di vista stilistico questi arredi si inseriscono perfettamente nel contesto artistico francese degli anni Quaranta e Cinquanta dell'Ottocento, dominato dal revival degli stili storici. (Segue in OSS)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665756
- NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665756_a
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
2014
- STEMMI Parte centrale rialzata - Stemma - Della Fanteria - Scudo coronato caricato da una banda con sette spade
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0