La base, a pianta ottagonale a lati concavi, è impostata su un piccolo gradino liscio, che una cornice a ovuli ed una modanata raccordano al corpo centrale. Questo reca, su fondo puntinato, quattro cartelle, delimitate da due volute a ricca foglia d'acanto affrontate, con al centro i simboli della Passione: una con la colonna e la scala, un'altra con il velo della Veronica e le fruste, un'altra ancora con la lancia, la spugna e i dadi, l'ultima con il martello, le tenaglie e la tunica. Sono separate in basso da g rappoli d'uva, mentre dal fusto scendono lunghe foglie d'acanto. Il fusto ha nodi di raccordo a disco, dei quali l'uno a foglie d'acanto alternate a ovuli corniciati e l'altro con un giro di foglie, sempre su campo puntinato. (Segue in OSS)
- OGGETTO calice
-
MATERIA E TECNICA
argento/ sbalzo/ cesellatura/ doratura
- AMBITO CULTURALE Bottega Italiana
- LOCALIZZAZIONE Museo dell'Opera del Duomo
- INDIRIZZO Piazza del Duomo, Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Di questo calice, datato genericamente al XVIII secolo da Giampiero Lucchesi (G. Lucchesi, "Museo dell'Opera del Duomo di Pisa", Pisa, 1993, p. 71), non abbiamo alcuna notizia documentata. Tuttavia, anche la sua assenza dagli inventari, pur impedendoci di ricostruirne la storia, può dimostrarsi significativa. Infatti, induce a ritenere che si tratti di un acquisto o di un dono giunto ad accrescere il patrimonio di suppellettili della Cattedra le dopo il 1895, data dell'ultimo inventario ottocentesco dell'Opera. La mancanza di punzoni non permette di datare con precisione il nostro calice e di identificarne l'autore. Inoltre, a causa della quasi totale assenza d i studi riguardanti l'oreficeria ottocentesca italiana, risulta estremamente difficile inserirlo all'interno di un determinato contesto artistico. L 'analisi formale, però, consente di individuare almeno l'ambito culturale generale, di cui il calice si rivela espressione. Infatti, se pure di mode sto livello qualitativo, esso costituisce l'ennesimo esempio di connubio tra stili diversi, da cui soprattutto nella seconda metà dell'Ottocento si traggono forme o motivi decorativi ritenuti particolarmente caratterizzanti. Predominano i rimandi al gusto barocco, come il gonfio nodo piriforme e la ricchezza della decorazione a sbalzo, che, tanto fitta da non lasciare alcuno spazio vuoto, arriva persino a ricoprire la parte centrale incavata del nodo. Gli ovuli corniciati, i simbolici grappoli d'uva, le cartelle includenti i tradizionali emblemi della Passione e, soprattutto, le classiche foglie d'acanto a voluta si stagliano sul fondo puntinato, che ne accentua il rilievo. Queste ultime, in particolare, così ricche e numerose, riecheggiano quel gusto naturalistico, che, diffusosi nel Seicento, si coniuga perfettamente con l'affermarsi dello stile floreale olandese. Alle reminescenze barocche si aggiunge la forma della base, a pianta ottagonale a lati concavi, che, del tutto insolita nei calici seicenteschi, richiama alla me moria piuttosto quelle di calici trecenteschi e quattrocenteschi di area lombarda. Infatti, nel XIV e XV secolo, quando ancora il calice realizzato da Guccio di Mannaia tra il 1288 ed il 1292 per il papa Niccolò IV e donato da questi alla Basilica di S. Francesco ad Assisi rappresenta il modello di riferimento per una tipologia diffusissima in area toscana, nell'oreficeria milanese predomina un tipo diverso. Questo si caratterizza proprio per la presenza di una base esagonale a lati inflessi, che si può riscontrar e in alcuni calici pubblicati in M. Collareta, D. Levi, Calici italiani, Firenze, SPES, 1983, come in quello di orafo milanese del Trecento, conservato nel Museo del Castello Sforzesco di Milano, o in quello di orafo lombardo del Quattrocento, appartenente al Tesoro del Duomo di Monza, o ancora in quello di arte lombarda del XV secolo, esposto nel Museo Nazionale del Bargello di Firenze
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665735
- NUMERO D'INVENTARIO 2014OPAOA00665735
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0