adorazione dei pastori

dipinto 1588 - 1590

Dipinto di forma rettangolare raffigurante al centro il Bambino steso sopra un giaciglio, alle sue spalle la Madonna e S. Giuseppe e intorno una folla di astanti. Nella parte superiore dell'opera è rappresentato Dio Padre che osserva dall'alto, assiso sopra una nube sorretta da angioletti

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Lomi Aurelio (1556/ 1622)
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo la narrazione del Vangelo di Luca (2,8-20), Gesù nacque a Betlemme dove Maria e Giuseppe si erano recati per registrare il loro nome allorché l'imperatore Cesare Augusto aveva ordinato il censimento degli abitanti di tutto l'impero. Avvisati da un angelo, i pastori di quella regione accorsero, come mostra il dipinto, ad adorare il bambino, riconoscendo in lui il Messia. Il 12 giugno 1588 vennero pagate al pittore 42 lire e 8 soldi "per bracci 36 di tela roza larga comperata in Luccha" da utilizzare per "le pitture nella cappella della Nonziata"; il 27 maggio 1590 Santi di Tito ed il Cigoli stimarono che l'opera, appena terminata, non valesse "manco di scudi trecento doro" (secondo i documenti pubblicati in CIARDI, GALASSI, CAROFANO 1989, pp. 273,282-283). Il dipinto mostra la complessità del rapporto di derivazione e confronto che il Lomi "intrattenne con il modello imprescindibile, ma imbarazzante" costituito dalla "Natività" dipinta dal Bronzino per la chiesa dei Cavalieri (CIARDI 1989, p. 42), quasi citata nel motivo della "colonna rastremata" e nel "pastore accovacciato di fianco al Bambino" (CAROFANO 1989, p. 186). Il fatto poi che Aurelio, tra il 1589 e il 1590, avesse fornito una copia del "Cristo con S. Bartolomeo" che sostituì, sull'altare delle Grazie, l'originale, fortemente deteriorato, eseguito appunto dal Bronzino, rende ragione della caratterizzazione culturale dell'opera, fiorentina in maggiore misura di quanto ci si potrebbe attendere da un pittore appena tornato da Roma. Così, se sono in essa effettivamente reperibili elementi desunti dagli Zuccari -non solo i tipi fisici dei due angeli in alto, ma l'intera struttura compositiva della parte superiore, accentuatamente simmetrica, deriva da Federico- pure il tono complessivo della scena risulta, rispetto a quella cultura, meno aulico, nel riferimento a una misura, di familiarità negli atti, di moderazione delle espressioni, in tutto toscana e che rimanda, a suo modo, ai tentativi di riforma antimanieristica inaugurati da Santi di Tito (citato da CIARDI 1989, p. 42 come referente per la figura "del dimesso pastore con la verga e il berretto tondo"). La questione assume contorni più precisi una volta sottolineata l'affinità che lega alcuni dei volti, in particolare il S. Giuseppe, ai tipi che corredano le opere più tarde di Baccio Lomi, ad esempio "La circoncisione" (Matraia, San Michele) o "L'adorazione dei pastori" (Lucca, Santissima Annunziata). Il fatto che questi abbia potuto beneficiare di suggerimenti dal fratello minore, tali da spiegare le inflessioni zuccaresche, e le riprese dirette da Livio Agresti che vi si leggono, non pregiudica la possibilità che Aurelio potesse trarre sollecitazioni di ritorno dagli accenti di concretezza quasi rustica, di presenza immediatamente fisica dei personaggi che costituiscono il fascino di quegli esemplari. Nulla toglie poi al fatto che un simile gusto potesse essere, e risulti in effetti, accordato ai risultati di un'esperienza dichiaratamente aulica qual'è la decorazione dello Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio, dove, per colmo d'artificio, le forme stilizzate, persino innaturali del tardo Manierismo sono impiegate per dare rappresentazione ad attività concrete, fabbrili. Così, sono reperibili assonanze coi tipi dello Stradano o del Cavalori, che si compongono con coerenza rispetto all'orientamento di fondo, decisivo, verso i modi del Manierismo internazionale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665706
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
  • ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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