Virtù
piedistallo di statua,
1302 - 1310
Giovanni Pisano (1248 Ca./ 1314-1319)
1248 ca./ 1314-1319
Le quattro figure femminili sono poste agli angoli del basamento. Tra di esse si inseriscono due aquile
- OGGETTO piedistallo di statua
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MATERIA E TECNICA
MARMO BIANCO
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MISURE
Profondità: 0.45 m
Altezza: 1.24 m
Larghezza: 0.85 m
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ATTRIBUZIONI
Giovanni Pisano (1248 Ca./ 1314-1319)
- LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Non del tutto risolto è il problema della corretta identificazione delle quattro "Virtù Cardinali" che decorano il basamento, nonché quello del loro corretto orientamento; come pensa Seidel (1987, p.101) in origine potevano essere rivolte verso lo spettatore le due figure che attualmente guardano verso l'interno del complesso (era d'altronde questo l'orientamento previsto nella ricostruzione Fontana). La "Giustizia" e la "Fortezza" appaiono facilmente identificabili per la presenza dei loro attributi usuali (spada, bilancia e corona per la "Giustizia"; leone per la "Fortezza"); meno certo è in quale delle altre due figure femminili si debbano individuare rispettivamente "Prudenza" e "Temperanza". Secondo Bacci (1926 a, pp. 63-64), von Einem (1962, p. 11) e Seidel (1987, pp. 99- 103) Giovanni Pisano avrebbe derivato la sua caratterizzazione iconografica delle "Virtù" dal "De Paradiso" di S. Ambrogio; seguendo quel testo nella figura con la cornucopia andrebbe riconosciuta la "Prudenza, quae plurimos fructus attulit in Domini adventu ["la quale produce frutti abbondanti nell'avvento del Signore"], e in quella nuda (ispirata al tipo classico della "Venus pudica") la "Temperanza, carnis vilissimae restinguens incendium ["che spegne l'incendio della vilissima carne"]. Nel nostro testo (Novello 1995) abbiamo mantenuto dubitativamente l'identificazione opposta (che incontra meno favore nella storiografia recente) in quanto l'attributo del compasso retto nella mano destra dalla figura con la cornucopia compare nel Trecento riferito proprio alla "Temperanza" (vedi, ad esempio, l'immagine di questa Virtù in uno dei compassi del Tabernacolo dell'Orcagna in Orsanmichele a Firenze). Crediamo comunque che la complessa caratterizzazione di queste immagini di "Virtù", abbastanza divergenti dall'iconografia più diffusa (che non si presenta comunque con una tradizione unitaria), non sia stata ancora del tutto chiarita. Da respingere ci sembra la proposta di Valenziano (1993 b, pp. 58-62 e didascalie alle pp. 35, 38,41) di riconoscere nelle quattro donne "quattro tipi veterotestamentari della Chiesa sposa e genitrice: Eva, Debora, Sara di Tobia, Giuditta", ipotesi avanzata d'altronde su base deduttiva partendo da una preconcetta interpretazione teologica del pergamo e senza il minimo tentativo di spiegare gli attributi delle figure e di confrontarsi con la reale tradizione figurativa (nella quale, per esemplificare, Giuditta è sempre presentata con la spada sguainata e la testa di Oloferne ai suoi piedi, e non certo col leone)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665649-2.1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
- DATA DI COMPILAZIONE 1995
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0