altare di Stagi Stagio (sec. XVI)
L'altare poggia su un piano rialzato con mensa centrale racchiusa tra due plinti; sopra questi poggiano due paraste con capitello delimitate da due lesene; in alto l'architrave sostiene un coronamento timpanato. Al centro dell'ancona è collocata su uno zoccolo una cassa funeraria composta da un'urna su zampe leonine con iscrizione. Sotto l'arco dell'intera struttura è inserita una lunetta con Dio Padre e putti su quattro specchi in "mischio" di Seravezza disposti in verticale. Le paraste e le lesene sono decorate a candelabra con cespi d'acanto sul cui stelo pendono, secondo la consueta disposizione simmetrica, mascheroni, cornucopie, cartelle, faci, scudi, aquile, uccelli, arpie; al centro dell'architrave spicca un mascherone tra grifoni affrontati, uccelli e racemi; nei sottarchi si stagliano due file di serti d'alloro e tre patere floreali; i pennacchi dell'arco sono invece occupati da due angeli con face e palma del martirio
- OGGETTO altare
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MATERIA E TECNICA
MARMO DI CARRARA
marmo di Seravezza/ scultura
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ATTRIBUZIONI
Stagi Stagio (1496 Ca. / 1563)
- LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il complesso venne commissionato allo Stagi l'8 aprile 1532 insieme con la cassa e la lunetta con "una nostra Donna di rilievo" (CASINI 1987, pp. 177 e 184, nota 64). Nel 1535 lo scultore consegnò l'opera terminata a eccezione della lunetta, che venne eseguita da Bartolomeo Ammannati; ma ancora nel 1539 sono documentati interventi di completamento. In base al ricco lavoro d'ornato lo Stagi ottenne la cifra considerevole di 4.690 lire (CASINI 1987, p.178). Gli ornati di questo altare documentano, per la loro ricchezza d'immagini e per il profondo lavoro d'intaglio, il rapporto di collaborazione che in questo periodo Stagio Stagi intrecciò con l'Ammannati: quest'ultimo, infatti, è l'autore della lunetta con Dio Padre e putti, di un lato del capitello per il cero pasquale iniziato da Pandolfo Fancelli e portato avanti dallo Stagi (1495 b) (CIARDI DUPRÉ 1961), e di un camino, oggi al Museo di Sant' Agostino a Genova, che presenta nel fregio la stessa tipologia decorativa dell'architrave dell'altare pisano (BOITO 1980, pp. 55-70). Alla figura dell' Ammannati aggiungiamo anche quella di Perin del Vaga presente a Pisa intorno al 1534, anno in cui il pittore venne chiamato per affrescare la parete attorno all'altare dei SS. Giorgio e Giovanni, all'inizio della navatella destra del transetto meridionale, come ci è noto anche da uno schizzo (DAVISON 1966, pp. 36-37): il fregio dell'altare dei tre santi martiri trova ancora dei rimandi nei girali vegetali dipinti nella Sala dello Zodiaco nel palazzo Doria a Genova (BOCCARDO 1980, pp. 37-58). Il complesso viene così a inserirsi in un momento intenso di lavori: dal monumento Decio nel Camposanto Monumentale (terminato nei primi anni del quarto decennio del Cinquecento), all'altare di S. Salvatore a Lucca (CASINI 1992, pp. 96-97), al capitello con quattro ammoni fitomorfici per la facciata del Duomo pisano, oggi nel Museo dell'Opera del Duomo, e ai due pilastrini erratici, attualmente nel Museo Nazionale di San Matteo (CASINI 1993, p. 303)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665561-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
- DATA DI COMPILAZIONE 1995
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI sul plinto di sinistra - Opus factum an(no) Sal(utis) / MDXXXVI mensis / Ianuarii - lettere capitali - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0