Due ampie volute in verde di Polcevera sostengono la mensa di marmo giallo antico, su cui poggia un gradino con cinque formelle frontali e due laterali in bronzo: le prime riguardano scene della vita di S. Ranieri (S. Ranieri ammansisce due leoni; Apparizione di Maria; Il miracolo del bambino salvato in Amo; Morte di S. Ranieri); le seconde contengono entrambe lo stemma di Pietro Antonio Pacchetti e un'iscrizione ripetuta sia a destra che a sinistra. La formella centrale del gradino è decorata con una croce pisana racchiusa in una ghirlanda; teste di cherubini e raccordi foliacei dorati arricchiscono la decorazione tra una formella e l'altra. Su un alto basamento in granito egizio, con cornici, riquadri e volute in giallo antico e in broccatello di Spagna, poggia su quattro peducci l'urna in verde di Polcevera a forma trapezoidale, le cui facce sono costituite da quattro sportelli apribili con girali vegetali e floreali in rame e bronzo dorato. [continua in OSS]

  • OGGETTO altare
  • MATERIA E TECNICA marmo giallo antico/ scultura
    bronzo/ sbalzo
  • ATTRIBUZIONI Tortoli Agnolo (notizie 1676-1677): esecutore
    Merlini Marcantonio (notizie Post 1642-1688): disegnatore
    Holzmann Bernardo (notizie Dal 1685/ 1728)
    Foggini Giovanni Battista (1652/ 1725)
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Intorno agli anni 1684-1685 Cosimo III affidò all'architetto granducale Pier Maria Baldi l'incarico di rialzare l'altare di S. Ranieri eseguito nel 1591 da Battista Lorenzi e collocato alla fine della navatella sinistra dell'asse longitudinale della cattedrale. I lavori, appena iniziati, furono interrotti per la morte del Baldi. A continuare l'opera venne chiamato Giovan Battista Foggini (LANKHEIT 1962, pp. 97-99). L'8 marzo 1687 l'artista spedì al segretario di stato Antonio Bassetti un preventivo di spesa e uno schizzo del suo progetto (ASF, Mediceo, 153, nn.1-2), che senz'altro prevedeva già la nuova collocazione nell'abside della Cappella dell'Incoronata, in quanto il disegno della struttura è riconducibile alle edicole che Battista Lorenzi innalzò ai lati di quest'ultima. L'idea venne subito scartata; si giunse così alla definitiva realizzazione, improntata a uno schema alquanto semplice, corrispondente a quella odierna con la mensa, come appare in uno schizzo anch'esso presumibilmente del Foggini (ASF, Mediceo, 368, c. 977), sovrastata dall'urna del santo su basamento. I lavori si devono allo scalpellino Angelo Tortoli e ai due orafi Marcantonio Merlini e Bernardo Holzman, quali maestri della Galleria granducale di Firenze, autori anche del basamento e dell'urna. Le vicende relative alla realizzazione dell'urna e del suo basamento rimandano a quelle della mensa; la corona floreale trova un diretto rimando con quella del sarcofago di S. Maria Maddalena de' Pazzi a Firenze, i cui disegni spettano a Ciro Ferri. A distanza di pochi anni dalla morte (1161), il corpo del Santo fu dissepolto da una zona non ben identificata del Duomo (forse una delle navatelle dei transetti) per essere collocato, per volere dei Consoli, in un'urna più decorosa, probabilmente in uno dei tanti sarcofagi romani che si trovavano a Pisa. Allo scadere del XIII secolo, dopo che l'arcivescovo Federigo Visconti ebbe proclamato Ranieri santo, il notaio Marco di Dati Sicchi e l'Operaio Burgundio di Tado provvidero all'erezione di un nuovo altare per mano di Tino di Camaino, a sinistra dell'imbocco del transetto settentrionale (cfr. scheda n. 00001943). Intorno alla metà del XV secolo Andrea Guardi inserì la struttura trecentesca in un'arcata marmorea con statue e altorilievi (cfr. scheda n. 00001967): l'intero complesso venne rimosso alla fine del Cinquecento per far posto al nuovo altare realizzato da Giovan Battista Lorenzi. Negli anni ottanta del secolo successivo Cosimo III predispose per l'erezione di un nuovo sepolcro. Fran- cesco Gaeta ci informa che in un primo tempo, probabilmente sotto la direzione di Pier Maria Baldi, si pensò di realizzare una nuova cappella sporgente nella zona dove si trovava l'altare del Santo; ma per motivi economici si preferì erigere il nuovo complesso, inizialmente pensato come un'edicola timpanata, e poi composto semplicemente di una mensa e di un'urna su basamento (CASINI, PALIAGA 1984, pp. 46-47). Negli stessi anni, in vista della solenne festa per la traslazione delle ossa, avvenuta il 25 marzo 1688 (CASINI, PALIAGA 1984, p. 45), Cosimo III affidò al chirurgo aretino Giovanni Caldesi l'incarico di ricomporre le spoglie del Santo sparse in reliquiari e in chiese non soltanto pisane. Pietro dal Poggio stese l'atto notarile includendo il rapporto Caldesi dal quale risulta che non fu possibile la completa ricomposizione dello scheletro (ASF, Miscellanea Medicea, 368, c. 976; CASINI, PALIAGA 1984, p. 45). Per riunire le parti esistenti venne utilizzata una rete d'argento, come appare nel disegno eseguito probabilmente dal Foggini (ASF, Miscellanea Medicea, 368, c. 979; CASINI, PALIAGA 1984, p. 54), restaurata alla fine degli anni trenta del nostro secolo da Bruno del Chiocca. Allo stesso si deve la collocazione dello scheletro di S. Ranieri in un 'urna sotto vuoto, per una migliore conservazione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665555-5
  • ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI sulle formelle laterali - Petri Antonii de Pachettis Pis(ani) c(ivis) erga d(ivum) Rainierum pia liberalitas - a incisione - latino
  • STEMMI sulla formella centrale del gradino - civile - Stemma - Pisa - 2 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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