Sant'Efisio
scultura,
La figura è in piedi; indossa la lorica romana e gli schinieri e un mantello ripiegato sulla spalla sinistra; con la destra tiene un libro e con la sinistra afferra una daga; la testa, proiettata in avanti, è lavorata con capelli corti e ricci
- OGGETTO scultura
-
ATTRIBUZIONI
Lorenzi Giovan Battista Detto Battista Del Cavaliere (1527-1528/ 1594)
- LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1594 Giovan Battista Lorenzi, autore dell'edicola contenente la statua in esame, fornì il blocco di marmo "quale haveva a servire per fare un'altra statua per accompagnare la detta" (quella di S. Efisio), ma nello stesso anno l'artista morì, CASINI 1987, p. 239). L'incendio del Duomo dell'anno successivo contribuì a interrompere il programma decorativo delle edicole del Lorenzi poste ai lati delle cappelle allora sotto il titolo dell'Annunziata e dell'Incoronata: infatti a quella data solo la nicchia sinistra del transetto meridionale poteva ritenersi completata con la messa in opera da parte dello stesso Lorenzi della statua di S. Efisio. Solo nel 1615 l'Operaio Curzio Ceuli dispose per il definitivo assetto delle edicole: a Paolo Guidotti, allora intento anche a realizzare due tele per la tribuna del Duomo (Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia (cfr. scheda n. 00001559) e L'ultima cena (cfr. scheda n. 1965) e un affresco in Camposanto (Giuditta e Oloferne), toccò eseguire la statua di S. Potito, riutilizzando il blocco di marmo abbozzato dallo scultore che lo aveva preceduto, opera che portò a termine nella "sua casa a lato del Carmine in via San Gilio" (ASP, Opera 233, cc. 47, 48 v). La tradizione storica locale voleva che la statua "fosse stata ritrovata a caso nello scavo di qualche antico edificio e che il paganesimo quel simulacro di Marte l'adorasse. Al presente è stata convertita in San Potito" (DA MORRONA 1787, I, p. 92), tanto che Giovan Battista Pagni (ms. sec. XVll, c. 217) la inserì nel corpus delle antichità pisane, malgrado il Baldinucci ([1682] 1846, III, p. 635) l'avesse assegnata giustamente al Guidotti. Papini (1912-1931, p. 75) vide nell'opera "forme assai migliori rispetto a quelle della statua di Sant'Efisio"; ma l'anatomia della figura, che ricorda quella dei nudi dipinti dallo stesso Guidotti nella sala del Cavaliere a Sutri (FALDI 1957, pp. 278-295), risulta piuttosto greve: in particolare alcuni degli elementi, quali la lavorazione della lorica, della testa, delle gambe, nonché il gesto delle mani e il debole avanzare, mostrano caratteri di grossolanità
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665554-1
- ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
- DATA DI COMPILAZIONE 1995
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0