Cristo risorto
ciborio
1668 - 1686
Tamburini Sebastiano (notizie Seconda Metà Sec. Xviii)
notizie seconda metà sec. XVIII
Foggini Giovanni Battista (1652/ 1725)
1652/ 1725
Sostenuto da tre angeli di oltre un metro di altezza, il ciborio, a forma di tempietto esagonale, è circondato da dodici colonnine a gruppi di due su plinti, sormontate da dodici puttini con i simboli della Passione di Cristo; sui lati dell'edicola si aprono cinque edicole vuote; sul lato frontale campeggia la figura di Cristo risorto, sotto il quale appare lo stemma mediceo; sei piccole formelle figurate ornano invece la cornice superiore della struttura da cui parte la cupola a cipolla decorata con volute e racemi e sormontata da una croce pisana
- OGGETTO ciborio
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ sbalzo/ doratura
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ATTRIBUZIONI
Tamburini Sebastiano (notizie Seconda Metà Sec. Xviii): esecutore
Foggini Giovanni Battista (1652/ 1725): disegnatore
- LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Al momento dell'incendio del 1595 la cattedrale pisana era dotata di due cibori: sopra l'altare maggiore si ergeva quello quattrocentesco di Andrea Guardi (cfr. scheda n. 40001961), mentre sull'altare della Cappella dell' Annunziata era collocato un esemplare ligneo eseguito tra il 1593 e il 1594 da Agostino Giolli (ASP, Opera 215, c. 29 v) dipinto da Balduccio di Pasquino Tacci, da Tommaso di Giovanni e Aurelio Lomi, quest'ultimo autore delle dorature delle sedici statuine in terracotta modellate da Pietro Francavilla, forse per un lavoro previsto in bronzo (ASP, Opera 815, c. 337; ASP, Opera 215, c. 22 r). I cibori si salvarono dall'incendio, ma il primo venne smontato e del secondo non si hanno notizie. Nel 1678 l'Operaio Marco Antonio Venerosi stipula un contratto con l'orefice pisano Sebastiano Tamburini per il nuovo ciborio dell'altare dell' Annunziata (ASP, Opera 70, c. 25), e nello stesso anno Giovan Battista Foggini ne fornisce il disegno. Un primo studio è stato individuato sul verso di uno schizzo (GSN Roma, Fondo Corsini, F. C. 128775, vol. 158. H. 12; pubblicato da LANKHEIT 1962, tav. 44 e da MONACI 1977, tav. 19): si tratta di un tempietto poligonale sorretto da due angeli sul modello di quello per l'altare maggiore della chiesa fiorentina della Santissima Annunziata. Il progetto in via di esecuzione è stato individuato in un disegno (Pisa, Museo Nazionale di San Matteo) dal tratto rapido e sintetico con due varianti per il paliotto (che non venne tuttavia realizzato), con festoni e "rabeschi" nei due gradini, con due figure femminili assise ai lati del tabernacolo, con due vasi di fiori e con statuette nelle edicole del ciborio. Nel 1686, dopo aver apportato modifiche al progetto, lo scultore ottenne 2.566 lire per "fattura di diversi modelli di cera, cioè storiette, angeli, putti e numero trentuna giornate in venire a Pisa" (ASP, Opera 596, c. CCCLI), mentre il Tamburini ottenne 49.570 lire dopo una causa sorta con il nuovo Operaio Giulio Gaetani sul prezzo degli argenti lavorati (ASP, Opera 70, c. 37). L'Opera pagò per il ciborio un conto finale di quasi 118.000 lire (ASP, Opera 596, cc. 414, 422). Francesco Saverio Baldinucci ricorda il primo lavoro che il Foggini ottenne da Cosimo III per la città di Pisa: al progetto per il ciborio del Duomo seguirono infatti i disegni per l'altare di S. Ranieri e quelli per l'altare di S. Stefano per la chiesa dei Cavalieri (CASINI, PALIAGA 1984) e la messa in opera del capitello sulla colonna di porfido a destra dell'altare maggiore del Duomo. L'assegnazione del primo incarico al Foggini giungeva nel 1678, nello stesso anno della nomina a primo scultore di corte, dopo aver frequentato a Roma l'Accademia Medicea sotto il Ferrata e il Ferri: qui si erano fuse le esperienze dell'Algardi e di Pietro da Cortona in accordo con il gusto classicistico fiorentino (RUDOLPH 1973; MONTAGU, LANKHEIT 1974, p. 26; CRESTI 1984). Montagu (1989, p. 88) ha scorto nel ciborio pisano riferimenti con opere realizzate a Roma da Ciro Ferri (disegno per l'altare maggiore di Santa Maria in Vallicella) e da Carlo Rainaldi (altare maggiore in Santa Maria in Campitelli e in Santa Maria in Montesanto). L'artista progettò infatti il complesso con l'intenzione di suscitare gli effetti teatrali della "nuova scuola romana" di impronta berniniana: le edicole della cappella con le statue dell'Arcangelo Gabriele e della Vergine annunciata fungono infatti da quinte è costituiscono inoltre precisi rimandi simbolici
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900665540-5.1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno
- ENTE SCHEDATORE Opera Primaziale Pisana
- DATA DI COMPILAZIONE 1995
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI dietro l'altare - D(eo) O(ptimo) M(aximo) / Cosmus III m (agnus) Etr(uriae) d(ux) hoc sanctius coeles/tis mannae penarium ex auro atque arge/nto regio in Deum pietate conflari / ornarique / iussit Francisco ex com(itibus) /Ilcii arch(iepiscopo). M(arcus) Antonius Venerosius / aedituus inchoandum lulius Gaetanus / aedit(uus) absolvendum ex proplasmate / loannis Bapt(istae) Foggini Fiorentini / Sebastiano Tamburinio Pisano / redemptore operis c(uraverunt) a(nno) S(alutis) MDCLXXXV - latino
- STEMMI sotto il "Cristo risorto" - gentilizio - Stemma - Medici -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0