Con questa lunetta, la prima del lato est, si conclude l'intervento del Ligozzi nel chiostro fiorentino, già interrotto, nel 1919 secondo quanto dice il Razzoli (1898), per una sua probabile incarcerazione. Lo studioso riporta inoltre, che dopo essere tornato in libertà, i francescani lo incaricarono nuovamente di proseguire i lavori nel chiostro, ma lui, vedendo le cinque lunette affrescate da Giovanni da San Giovanni, si limitò ad eseguire soltanto queste due ad angolo. La storia racconta di quando Francesco si recò sul monte della Verna per pregare, e di come improvvisamente, dal cielo, arrivò Cristo che, con le sembianze di un angelo serafino, impresse i segni della stigmate al Frate Francesco. Da un punto di vista stilistico quest'affresco, insieme al precedente, si dintingue dagli altri che il pittore veronese esegue per il ciclo francescano. Le lunette 23 e 24, rispetto a quelle della parete occidentale, denotano infatti una certa maturità dell'artista, e, nonostante il pessimo stato di quest'ultima, riusciamo comunque a percepire, grazie anche ad una stampa ottocentesca posteriore all'intervento del Veracini (1758) volto al suo ripristino dopo l'alluvione, elementi di grande originalità che lo annoverano tra i frescanti dalle innovazioni più acute e sensibili