Mito neoplatonico dell'Anima

decorazione plastica, ca 1490 - ca 1490

Fregio costituito da tredici formelle di terracotta invetriata che rappresentano il mito neoplatonico dell'Anima o l'Allegoria del tempo secondo Ovidio e Claudiano. La narrazione si sviluppa in cinque scene intervellate da tre Termini: Madre Natura genitrice di anime, il mito di Giove, Marte esce dal tempio sorvegliato da Giano bifronte, le Stagioni e i Mesi con i lavori dei campi, l'Allegoria della Notte o della Morte e i Carri del Sole o dell'Anima. Il fregio è caratterizzato da una decisa policromia: accanto ai colori predominanti del bianco e dell'azzurro, vi sono anche molte parti in giallo che segnano i due bordi (inferiore e superiore) delle formelle ma anche i particolari delle vesti, delle armi e degli animali. Inoltre compare il verde nella prima e seconda scena, così come il viola nei riquadri della porta del tempio di Giano nella scena centrale

  • OGGETTO decorazione plastica
  • MATERIA E TECNICA terracotta/ modellatura
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo della Villa Medicea di Poggio a Caiano
  • LOCALIZZAZIONE Villa di Poggio a Caiano
  • INDIRIZZO Piazzetta de' Medici, 16, Poggio a Caiano (PO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il lungo fregio si trovava fino al 1967 sulla trabeazione del pronao della facciata della villa di Poggio a Caiano. Separato per motivi di conservazione dalla struttura architettonica di cui era parte integrante, il fregio è esposto dal 1992 all'interno della villa ed è stato sostituito in facciata da una copia. Oggi il fregio, in seguito al restauro del 2010, si trova nella sala 26 detta del fregio al primo piano della villa. Da diversi decenni il fregio è considerato una delle opere più significative della cultura artistica del periodo di Lorenzo il Magnifico, committente della villa e della decorazione. La critica data tendenzialmente l'esecuzione dell'opera intorno al 1490, in concomitanza non solo con le prime fasi costruttive della villa ma anche con un periodo in cui il Magnifico era ancora vivo così come tutti gli artisti che, attivi nell'ambiente mediceo, si ipotizza possano aver collaborato all'opera scultorea. Negli ultimi anni la critica tende ad attribuire allo scultore Bertoldo di Giovanni la maggior parte delle scene anche se, data la diversità di fattura presente nei modellati scultorei, è da ritenere sicura la compartecipazione di altri artisti come Andrea Sansovino. Non esistono documenti o fonti antiche che forniscano indicazioni cronologiche, storiche o interpretazioni delle complesse raffigurazioni che si svolgono sul lungo nastro di terracotta. Il programma iconografico fu senza dubbio indicato dallo stesso Lorenzo insieme ad Agnolo Poliziano, letterato e umanista, conoscitore del greco e del latino. Alcune scene sono state interpretate abbastanza concordemente, altre si sono prestate a diverse letture iconografiche. In inea generale si può individuare nella succesione dei rilievi un'Allegoria del Tempo ispirata ai testi di Ovidio e Claudiano, mentre un'altra interpretazione leggerebbe nel fregio la raffigurazione del Mito dell'anima dell'uomo iniquo e dell'uomo giusto derivata dal mito di Er della Repubblica di Platone
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900649445-0
  • NUMERO D'INVENTARIO Sculture nn. 1964-1976
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1490 - ca 1490

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'