festoni vegetali e nastri

dipinto, 1905 - ca 1918

fregio policromo con festoni di bacche dorate e foglie di quercia raccolte alle estremità da nastri rosa che girano attorno ad un clipeo con l'emblema della famiglia Piccolomini, un crescente montante d'oro su fondo azzurro

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a tempera
    stucco/ modellatura/ doratura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Senese
  • LOCALIZZAZIONE Pienza (SI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il fregio decorativo dipinto alla sommità delle pareti della stanza oggi conosciuta come il salotto del conte Silvio Piccolomini, risale molto probabilmente all'epoca dell'ultimo restauro del Palazzo Piccolomini, documentato dal canonico Giovan Battista Mannucci tra il 1905 e il 1918 e inteso a rimuovere tutte le installazioni conseguenti agli interventi sette-ottocenteschi. Infatti alla fine dell'Ottocento la struttura architettonica del Palazzo era stata rinnovata in questa zona così radicalmente da poter difficilmente ricostruire l'aspetto originario di questi ambienti, secondo quanto viene documentato da Jan Pieper. Lo studioso tedesco ci riferisce che questa stanza, corrispondente all'ultimo vano degli ambienti di stato nell'ala sud ovest del palazzo, era stata trasformata nel XIX secolo in un moderno appartamento, dotato di ogni comfort tecnico. La sua struttura di base, ossia i muri perimetrali e i tre riquadri del soffitto, è originale. Tuttavia la finestra sulla loggia, la porta meridionale d'accesso alla sala delle armi, la parete occidentale dietro la quale oggi si trovano i bagni e gli spogliatoi della fine del secolo scorso sono stati ricostruiti appunto in occasione degli interventi ottocenteschi. Anche il piccolo camino del muro orientale risale probabilmente a questi anni (un analogo camino si trova in una delle stanze dell'appartamento privato di Pio II e precisamente nel vano I 6 adibito a salotto). Questi vani, indicati nella piantina del palazzo pubblicata dal Pieper con le sigle I 16, I 17, I 13 costituivano alcune delle sale più sontuose degli appartamenti di stato e si è propensi a pensare l'esistenza di uno studiolo laddove poi furono costruiti appunto i bagni e gli spogliatoi. All'epoca di questi interventi e più precisamente intorno al 1900 risale anche l'installazione di una cucina nella zona degli ambienti di stato riservati agli appartamenti degli ospiti nell'ala nord ovest del palazzo in luogo della originaria camera da letto (vano I 24). Il canonico Mannucci ci informa che i lavori di restauro furono condotti dal pittore senese Pietro Loli Piccolomini (1865-1925) sotto la direzione dell'ingegnere Savino Cresti (1849-1936). Il Loli Piccolomini, autore di molte decorazioni in stile neoquattrocentesco compiute agli inizi del Novecento nei Cimiteri della Misericordia e del Laterino a Siena, nonchè nel castello del marchese Ballati Nerli a Grotti, portò a compimento nel 1911 un ricco fregio policromo con festoni di bacche e foglie di quercia intrecciati con gli stemmi piccolominei oggi visibile nella facciata del cortile interno del palazzo pientino, che presenta strette affinità stilistiche e compositive con quello dipinto nel salotto del conte Silvio Piccolomini. E' ipotizzabile dunque che anche questo fregio sia stato realizzato dal Loli Piccolomini sul modello di una precedente decorazione già esistente anche se non è possibile sapere quanta parte della pittura quattrocentesca si fosse conservata all'epoca in cui fu compiuto il restauro
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900549923
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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