stemma gentilizio della famiglia Piccolomini

soffitto a cassettoni, 1905 - ca 1918

soffitto ligneo cassettonato. Struttura portante costituita da travi a vista con profilo quasi quadrato appoggiate con gli estremi su mensole con volute ancorate alle pareti. Sulle travi poggia un'orditura secondaria composta da travicelli molto vicini dipinti con motivi ornamentali di piccole foglie, nastri e stemmi della famiglia Piccolomini. Le travi lignee sono incrociate reciprocamente e disposte a formare quattro riquadri rettangolari attorno ai lati di un riquadro centrale recante lo stemma della famiglia Piccolomini in modo da creare un disegno formato da quattro lettere "P" che si susseguono. Le mensole che sostengono le travi sono composte da due o tre elementi più piccoli a volute di foglie d'acanto che sorreggono ciascuna una trave disposta in una direzione diversa, ancorate nei muri per mezzo di una comune base a sezione poligonale

  • OGGETTO soffitto a cassettoni
  • MATERIA E TECNICA legno di abete/ intaglio/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Toscano
  • LOCALIZZAZIONE Pienza (SI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tutte le stanze del primo piano, compresa la loggia e la galleria diposta lungo i tre lati del cortile interno, sono coperte con soffitti lignei dipinti pressocchè sempre uguali la cui struttura risale all'epoca della costruzione del Palazzo Piccolomini, fatto edificare da Pio II tra il 1460 e il 1464. Tuttavia nei primi anni del 1900 il Palazzo Piccolomini fu sottoposto ad un ingente restauro documentato dal canonico Giovan Battista Mannucci tra il 1905 e il 1918 e inteso a rimuovere tutte le installazioni conseguenti agli interventi sette-ottocenteschi. Infatti alla fine dell'Ottocento la struttura architettonica del Palazzo era stata rinnovata così radicalmente da poter difficilmente ricostruire l'aspetto originario di molti ambienti, secondo quanto viene documentato dallo studioso tedesco Jan Pieper. Pertanto anche i soffitti lignei furono fortemente restaurati come è stato verificato attraverso l'esame della colorazione che in molti casi non risulta originale in quanto notevolmente più recente del trattamento cromatico delle superfici murarie. Nella soffitta del Palazzo si trovano ancora campioni dei diversi progetti di composizione cromatica, probabilmente utilizzati come modelli nel corso dei lavori di restauro novecenteschi che furono eseguiti dal pittore senese Pietro Loli Piccolomini (1865-1925) sotto la direzione dell'ingegnere Savino Cresti (1849-1936). Il Loli Piccolomini, autore di molte decorazioni in stile neoquattrocentesco compiute agli inizi del Novecento nei Cimiteri della Misericordia e del Laterino a Siena, nonchè nel castello del marchese Ballati Nerli a Grotti, portò a compimento nel 1911 un ricco fregio policromo con festoni di bacche e foglie di quercia intrecciati con gli stemmi piccolominei oggi visibile nella facciata del cortile interno del palazzo pientino. La stanza della Musica, indicata dal Pieper con la sigla I 18 rappresenta una delle sale più sontuosamente allestite del Palazzo e dispone di un singolare sistema costruttivo del solaio, che lo rende un ambiente del tutto particolare nella successione delle stanze di stato: contro ogni logica costruttiva, le travi del soffitto sono incrociate reciprocamente in modo da creare un disegno formato da quattro lettere "P", che secondo la tradizione devono essere lette con la frase "Pius Piccolomineus Papa Pientinus". Anche le mensole che sostengono le travi sono strutturate più finemente rispetto a quelle degli altri vani
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900557901
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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