Madonna con Bambino

dipinto, 1230 - 1240

La Madre e il Bambino che regge in braccio sono rappresentati guancia a guancia. Maria indossa un velo blu decorato con bordature perlinate e illuminato da sottolineature bianche, regge il Bambino sul braccio sinistro, tenendo tra il pollice e l'indice un lembo della Sua veste, mentre con la destra Gli rivolge il gesto d'intercessione. Le innervature delle mani sono sottolineate e al volto è conferita un'espressione malinconica. Il Bambino è vestito di una tunica marrone e di un imatio rosso carminio, che lascia scoperte le gambe incrociate; la Sua alta fronte è segnata da una profonda solcatura circolare e si conclude in alto con una capigliatura a riccioli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ doratura
  • MISURE Altezza: 73
    Larghezza: 51
  • AMBITO CULTURALE Ambito Pisano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
  • LOCALIZZAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
  • INDIRIZZO Piazza San Matteo in Soarta, 1, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera fu oggetto di ridipinture in epoca antica, come appare evidente ad osservarei due angeli, interamente rifatti nella seconda metà del secolo XV. Conservata in origine nella chiesa di San Michele in Borgo, può essere forse identificata con una "veneranda Madonna" che in età moderna, secondo lo storico Jacopo Arrosti (fine sec. XVI), era esposta al culto sull'altar maggiore l'ultima domenica di ogni mese. Secondo Da Morrona, la tavola fu oggetto di un restauro di ripulitura sul declinare del sec. XVII. Nel secondo dopoguerra è stata trasportata nel Museo Nazionale di San Matteo. La conservazione è frammentaria, in quantobuona parte del fondo oro, delle aureole e del manto della Vergine è andata perduta; un intervento nel secondo dopoguerra provocò ulteriori danni con unacattiva racconciatura delle lacune, a cui poté porre rimedio solo un nuovo restauronel 1976 (N. Carusi), consistente nella fermatura e pulitura della superficiepittorica. Lo schema compositivo riproduce fedelmente lo schema bizantino della Madonna glykophilousa o "affettuosa" che, sebbene fosse noto sin dal secolo VI, conobbe in Oriente una forte diffusione soprattutto nelle opere pittoriche destinate alla devozione privata a partire dal secolo X. Questa immagine, insieme con alcune opere contemporanee lucchesi - dell'ambito di Berlinghiero -, costituisceuna delle prime attestazioni della diffusione del tipo nella pittura toscana. Conformemente al modello orientale, la Vergine è caratterizzata da un aspetto pensoso e triste, un particolare che, con l'esprimere la preveggenza da parte della Madre della Morte del figlio, allude nello stesso tempo alla fragile natura del genere umano, schiavo del peccato, che potrà salvarsi solo in conseguenza della Passione di Cristo. A quest'ultima fa esplicito riferimento il dettaglio delle gambe nude ed incrociate; per converso, elementi come il solco della fronte di Cristo, che denota sapienza, sono introdotti per dissimulare di proposito la Sua rappresentazione infantile, suggerendo la Sua natura divina. L'autore della tavola parte dall'imitazione di un'icona bizantina, rispecchiandone con attenzione il generale assetto compositivo; nella resa di alcuni dettagli tende tuttavia a risolvere graficamente ciò che nei modelli orientali era reso permezzo di passaggi di colore, come si osserva ad esempio nella sottolineatura delle nervature delle mani o nella forte solcatura circolare della fronte. Inoltre, alcuni dettagli del modello non sono stati compresi: ad esempio, il lembo dell'imatio che ricade lungo la spalla è stato colorato in rosso carminio, trasformandolo così in un elemento della tunica. La resa dei volti trova dei punti di affinità con le opere di Berlinghiero e della sua scuola
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900531060
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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