ANGELO
statua,
post 1473 - ante 1482
Civitali Matteo (attribuito)
1436/ 1501
Coppia di angeli genuflessi: l'esemplare a destra incrocia le braccia sul petto, l'altro le tiene giunte; la parte posteriore non è rifinita
- OGGETTO statua
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ATTRIBUZIONI
Civitali Matteo (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Martino
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I due Angeli adoranti facevano parte dell'altare del Corpo Santo allogato a Matteo Civitali da Domenico Bertini il 26 ottobre 1473 e realizzato entro la fine del decennio, insieme al monumento funerario del Bertini e della moglie di questi, Sveva Risaliti. Secondo gli accordi presi con il suo committente, il Civitali fece installare il proprio monumento accanto all'altare del Corpo Santo, nel transetto sud della Cattedrale, tanto che il 15 aprile 1482 il Bertini fece richiesta ufficiale, subito esaudita, di venire riconosciuto come patrono della cappellania del Corpo di Cristo, da lui fondata presso l'omonimo altare costruito a sue spese (Concioni 1994, p. 357). Probabilmente l'altare fu smembrato solo qualche decennio più tardi, in occasione dei lavori eseguiti per la cappella del Sacramento. Non appena la nuova cappella fu agibile, entro la grande nicchia approntata sulla parete orientale venne ricollocata una parte dell'antico ensemble eucaristico bertiniano. I danni ad esso causati dallo smontaggio fecero sì che già intorno al 1581 si pensasse al nuovo ciborio, tuttora esistente, ascritto per tradizione a Vincenzo Civitali. Ai lati del nuovo ciborio fu collocata la coppia di Angeli adoranti, a testimonianza dell'alta stima di cui Matteo Civitali ancora godeva alla fine del Cinquecento. Nell'ambito delle meditazioni sulla forma originaria dell'altare civitaliano, Charles Yriarte ipotizzò che un ciborio esagonale ora nel Victoria and Albert Museum di Londra (già nella raccolta d'Ottavio Gigli) potesse essere quello un tempo installato in San Martino (1886, pp. 123-124), ipotesi che è stata universalmente accolta senza alcun dubbio. Solo nel 2004 Francesco Caglioti ha messo in luce l'incongruità dimensionale del ciborio di Londra rispetto ai due Angeli adoranti della Cattedrale, ricollegando il ciborio londinese con quello commesso al Civitali il 4 agosto 1496 per l'altare del Sacramento nella basilica lucchese dei Santi Giovanni e Reparata (in Matteo Civitali 2004, pp. 408-409 n. 4.3). Lo stesso Caglioti ha ricollegato gli Angeli adoranti civitaliani con esempi affini allo stesso modo connessi al Santissimo, come quelli realizzati in terracotta invetriata da Luca della Robbia (Firenze, Santa Maria del Fiore, 1448-51), in marmo da Mino da Fiesole (Volterra, Cattedrale, 1471; Rignano sull'Arno, San Clemente a Sociana, 1480 circa: provenienti da Sant'Ambrogio in Firenze) e da Benedetto da Maiano (Siena, San Domenico, 1480-85 circa; San Gimignano, Collegiata, 1482). Più recentemente Donati (2011) ha tentato di ricostruire l'assetto originario dell'altare civitaliano sulla base del confronto con la descrizione del tabernacolo parietale per le Sacre Specie, non più esistente, destinato alla chiesa di Santa Maria Corteorlandini, contenuta nello strumento notarile del 3 marzo 1515: sempre parlando dell'altare da realizzarsi nella chiesa di S. Maria in Corteorlandini, esso riferisce « quod in partimento dicti pavigloni debeat esse unus spiritelus, prout est in paviglone existente super tabernaculum existens in ecclesia chatedrali Lucensi». Questa breve clausola assicura dunque che l'altare eucaristico di San Martino comprendeva la traduzione in marmo d'un baldacchino in stoffa in contatto col quale stava un putto alato a figura intera. La posizione dei due Angeli adoranti, atta a focalizzare l'attenzione sul tabernacolo, lascia intuire la monumentalità del complesso civitaliano, più volte accostato alla tomba del Cardinale del Portogallo realizzata da Antonio Rossellino. Le due figure dominano lo spazio circostante con la loro fisionomia asciutta e il contorno spigoloso dei panneggi, che secondo Petrucci, evocano soluzioni trecentesche. All'esame tecnico ciascun Angelo appare realizzato dal Civitali a partire da un unico blocco di marmo, assicurando una visione a tuttotondo nonostante la consapevolezza che un fianco di esso sarebbe rimasto invisibile in quanto agganciato alla parete tramite un gancio metallico di cui sul tergo permane il foro quadrangolare
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900525472
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2000
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
2011
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0