Cristo in pietà

statua,

Statua devozionale. Cristo è ritratto a mezzobusto. incoronato di spine, mentre guarda l'orizzonte. Il sangue scende sulla fronte ed entro la bocca semiaperta si intravedono i denti. Lo scollo della tunica è decorato a clipei contenenti fiori, stelle e croce fra simmetrie vegetali. La spalla sinistra è coperta da un drappo

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA marmo/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Civitali Matteo (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
  • LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
  • INDIRIZZO via della Quarquonia, 4, Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Molto nota alla critica risulta quest'opera che appartiene a quello specifico gruppo di lavori del Civitali (Angeli del Santissimo Sacramento, San Sebastiano del Duomo, Cristo di Lammari, Cristo del Bargello e statue per il Duomo di Genova) che hanno restituito un'immagine dell'artista lucchese come di uno scultore 'patetico' e devozionale (cfr. Bertolini Campetti/ Monaco/ Meloni Trkulja 1968). L'ampia bibliografia relativa all'opera testimonia comunque l'interesse da essa suscitato sia sulla letteratura critica locale che non. Effettivamente l'afflato patetico della statua non riesce a scalfire l'estrema bellezza del modellato e la fattura pulitissima delle parti levigate armonizzate con quelle più mosse e lavorate quali i capelli: si tratta di sicuro di uno dei capolavori del Civitali maturo. Tale aspetto fu sottolineato anche da critici stranieri (cfr. Bode 1910, Ross/ Erichsen 1912) proprio quando il Venturi, forse il più acerrimo dei critici del Civitali, ne sottolineava negativamente gli aspetti di marcato sentimentalismo (1908). La provenienza da San Ponziano non aiuta a stabilire quale fosse il ruolo di questa statua probabilmente destinata ad una nicchia. Per quanto accettabili, sono da valutare le proposte avanzate da E. Ridolfi (1882) e C. Yriarte (1886) riguardo ad una destinazione in terminazione di monumento funebre. Non abbiamo notizie infatti di monumenti di tale tipo in San Ponziano né a mio avviso sarebbe credibile che di un eventuale complesso gentilizio sia sopravvissuto solo questo busto. Sembra ancor meno plausibile la tesi di Campetti (1909) di supporre il busto parte di un monumento comprendente l'Annunciazione (inv. 158) anch'essa proveniente da San Ponziano. Come si è osservato infatti nella scheda relativa, l'opera risulta composita e forse da collocare nella fase giovanile dell'autore con un distacco stilistico e qualitativo troppo vistoso per poter stare accanto al pezzo che stiamo catalogando. Non è da scartare l'ipotesi che il Redentore sia stato concepito autonomamente, per collocarsi in una nicchia o su una mensola entro la chiesa come immagine votiva commissionata da qualche famiglia cittadina. Non è raro nel percorso del Civitali cimentarsi con raffigurazioni più o meno riuscite e complesse del Redentore (si vedano gli esemplari di Lammari e del Bargello). Se togliamo gli angeli del Sacramento, databile al primo lustro dell'VIII decennio, le opere caratterizzate da questo nuovo sentore 'sentimentale' si affacciano nella carriera del Civitali a partire dal IX decennio. Già il San Sebastiano del tempietto del Volto Santo, non lontano anche come trattamento dei dettagli anatomici dal nostro Redentore, ci restituisce un'immagine di alta qualità tecnica permeata da una certa morbidezza di pose ed espressione che fece pensare alla critica ottocentesca vicinanze con la pittura di Perugino. Un'analoga osservazione può essere fatta riguardo alle statue del monumentale altare di San Regolo, nell'omonima Cappella del Duomo lucchese, eseguito probabilmente a cavallo fra i due lustri del IX decennio. Colpisce infatti, analogamenteal nostro redentore, la volontà di rendere le figure ieratiche, con superfici in contrasto: ai modellati più levigati dei volti si oppongono in panneggi marcati, di consistenza quasi cartacea nella resa delle pieghe. Nel nostro mezzobusto è per altro inevitabile non cogliere, sul tipico fondo rosselliniano caro allo scultore che si era aggiornato a Firenze fra VI e VII decennio, un ulteriore sviluppo forse in direzione anche di Verrocchio. In merito alle osservazioni qui proposte si avanza una datazione al IX decennio estesa fino alla prima metà di quello successivo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900523908
  • NUMERO D'INVENTARIO 42
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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