decorazione plastico-architettonica, elemento d'insieme di Civitali Matteo (attribuito) (ultimo quarto sec. XV)

decorazione plastico-architettonica, 1484 - post 1484

La cupola è suddivisa in 8 spicchi, divisi da costoloni dorati, decorati con mattonelle in maiolica a foggia di pelte, variamente disposte secondo partiti geometrici lineari che si basano sull'uso di quattro o cinque colori (bianco, rosso, blu, giallo e talora verde), secondo alternanze orizzontali, verticali, oblique, a onde, a quinconce

  • OGGETTO decorazione plastico-architettonica
  • MATERIA E TECNICA ceramica/ invetriatura
  • ATTRIBUZIONI Civitali Matteo (attribuito): progettista
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Andrea Della Robbia
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Martino
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo il primo progetto del Civitali, la cappella di forma quadrangolare avrebbe dovuto avere una cupola di forma circolare, "di mattoni" munita all'esterno di “spicoli", ovvero di costoloni; nel secondo progetto, del febbraio 1482 si discuteva delle volta, ritenendo che fosse necessario farla "più confiata che potrà", prevedendo un'altezza di 5 braccia. Fin dal 1995 Harms aveva messo in relazione la cupola del tempietto con opere robbiane fiorentine come la copertura esterna della volta della cappella medicea del Crocifisso e la volta della cappella del cardinale del Portogallo, entrambe in San Miniato al Monte. Secondo Caglioti, più stringente è il parallelismo tra la cupola del tempietto civitaliano e la cupola della cappella del Crocefisso, nella quale ricorrono i colori verde, bianco e violaceo, secondo una disposizione verticale alternata, che ritroviamo nella vela est della cupola del tempietto del Volto Santo a Lucca, leggermente modificata nello schema e nei colori (bianco, blu, giallo e violaceo). La circostanza per cui nel pur meticoloso contratto di allogagione al Civitali del tempietto del Volto Santo non si faccia menzione della copertura della cupola, ha fatto sì che Caglioti ipotizzasse l'intervento di altro artista e più specificatamente di Andrea della Robbia, degno continuatore della attività dello zio Luca della Robbia, al quale si devono i due esempi sopra citati. Un altro dato da tenere in conto è il fatto che si deve allo stesso Matteo Civitali il rivestimento esterno a embrici del tempietto di S. Pellegrino in S. Pellegrino in Alpe (1473-85), in cui le pelte sono direttamente scolpite negli spioventi della copertura marmorea a capanna. I recenti restauri (2012) hanno portato alla luce una decorazione ad affresco, antecedente la messa in opera delle pelte, mettendo in discussione che il progetto originario del Civitali prevedesse la copertura con le pelte, che risale dunque ad un momento successivo all’edificazione della cappella. Tracce di questa decorazione sono presenti sullo spicchio meridionale, su quello nord-occidentale e su quello occidentale, lasciando supporre che la superficie della cupola doveva apparire dipinta a finto marmo alternativamente rosso (vele occidentale e meridionale) e verde (vela nord occidentale), riprendendo il marmo rosso di Garfagnana che ritroviamo anche sul basamento della cupola e il Verde Prato; gli spicchi della cupola sono ulteriormente rimarcati da finte ghiere monocrome in cui ricorrono foglie a lingua di bue, un motivo estremamente ricorrente nell’arte decorativa lucchese e non. Difficile è stabilire con esattezza la datazione della decorazione della cupola della cappella, che presumibilmente dovrebbe collocarsi in un periodo compreso tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento. Questa scoperta inevitabilmente ha messo in discussione l’originalità della decorazione a pelte, o meglio il fatto che essa sia stata concepita dallo stesso Matteo Civitali fin dal febbraio del 1484, ovvero fin dal secondo progetto inerente la cappella. Rammentiamo che nel 1484 la cappella del Volto Santo fu consacrata, per cui a questa data la sua decorazione doveva essere completa. A complicare le ipotesi inerenti la cupola rammentiamo che i due esempi citati sono di poco antecedenti alla realizzazione della cappella del Volto Santo (cappella del cardinale del Portogallo e cappella del Crocefisso). Non è improbabile che Matteo Civitali abbia concepito la cupola così come essa la vediamo e che essa sia stata realizzata forse dallo stesso Andrea della Robbia poco più tardi; alla luce di ciò la decorazione pittorica potrebbe essere stata realizzata forse in occasione della sua consacrazione. Per quel che riguarda gli interventi succedutisi nei secoli ricordiamo che il manoscritto 1552 alla data del 17 giugno 1645, riferisce che “fu ordinato che s’indori la cupola, il lanternine, la piramide e le colonne…” (BSL, Ms 1552, p. 20). Un secondo importante intervento riguarda nel 1838 le maioliche che costituivano la decorazione della cupola: al 31 maggio del 1838 risale una ricevuta che attesta l’acquisto di 87 squame di cui 18 bianche e 69 di diversi colori presso il negozio del Ginori in Firenze (Opera, ricevuta n. 27). In occasione della seconda guerra mondiale, ed esattamente il 10 settembre del 1944, la cattedrale subì un cannonata che colpì la quarta campata della navata sinistra, fortunatamente senza danneggiare la sottostante cappella del Volto Santo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900525469-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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