NASCITA DEL BATTISTA

dipinto, 1636 - 1636

Personaggi: San Zaccaria; Santa Elisabetta; San Giovanni Batttista; Madonna. Figure: levatrice; ancelle; donne; angeli; bambini. Abbigliamento: abiti; mantelli; scialli; copricapo; calzari. Oggetti: foglio; penna; bacile; canestra; fasce; brocca; tendaggio. Fenomeni metereologici: nubi. Elementi architettonici: architrave decorata; lacunari; mensole

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 327 cm
    Larghezza: 229 cm
  • ATTRIBUZIONI Paolini Pietro (1603/ 1681)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
  • LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le ricerche sulle vicende costruttive, di arredo e cultuali condotte in annirecenti sulla chiesa di Santa Maria Corteorlandni da padre Pascucci consentonodi precisare meglio la collocazione originaria, la committenza e i motivi cheportarono alla rimozione del dipinto (1996, pp. 240, 249), uno dei più importantifra quelli di mano del Paolini in quanto fra i pochi già da tempo accompagnatida una collocazione cronologica precisa (Belli Barsali 1970, p. 181), anchese poi si è rivelata errata di un anno. Riferisce Pascucci come il secondo altaredella nava ta destra - in origine sotto il titolo della Madonna della Neve enel '500 passato sotto quello della Natività di Nostro Signore - nel 1635 vieneriedificato in marmo per ottemperare alle disposizioni di un legato ; nell'occasionene viene mutata di nuovo la dedicazione, in onore, questa vita del Precursore.Nel febbraio dello stes so anno viene allogata al Paolini l' esecuzione dellanuova pala ad esso destinata, raffigurante l'episodio della nascita del santo,in evidente collegamento con quella della Vergine realizzata da Francesco Vanniper il corrispondente altare della nava ta opposta (Filieri 1994, p. 77). Ildipinto, per cui era stato pattuito il pagamen to di 150 scudi, l'anno seguenterisulta già essere stato collocato. Rimane in tale posizione fino al 1938 quandol' altare viene intitolato a S. Giovanni Leonardi, fon datore dell' ordine deichierici regolari della Madre di Dio cui faceva capo la chie sa, beatificatoin quell' anno da Pio IX. Al pittore Enrico Chiari viene commissiona ta la paladedicata al nuovo santo ed è in questa circostanza che quella seicentesca vienerimossa. La letteratura artistica locale di fine Settecento, che sempre lo menziona, riferisce talvolta che il grande angelo che occupa la parte superioredella tela era stato eseguito in un secondo tempo da Paolo Biancucci, unicopittore lucche se in quegli anni in grado di contrastare il predominio artisticodel Paolini. La con gettura viene negata dal Ridolfi (1879, p.8) e del restoè assai difficile che Paolini, all'apice della fama, abbia accettato tale intromissione.E' più plausibile interpreta re l'evidente tentativo di idealizzazione classicistadell'angelo col fatto che non e ra rimasto insensibile alla presenza dei duedipinti lasciati nella chiesa qualche an no prima da Guido Reni, dipinti difondamentale importanza per la diffusione e la cono scenza della cultura pittoricabolognese, di cui Paolo Biancucci è in loco il più quali ficato interprete.Per il resto l'opera mostra da parte del Paolini il superamento del la fasedi più sentita adesione al naturalismo romano, ancora assai evidente nella Madonna col Bambino e isanti Caterina d'Alessandria, Marco (?), Domenico e Francescod'As sisi (Roma, Gall. Nazionale d'Arte Antica), datata 1633, e già notevolmentestemperata nel Martirio di S. Andrea in S. Michele in Foro del 1635 a favoredi una maggiore aper tura ai modi della pittura veneta, apertura che si ritrovanella Madonna e Santi (0900532196)in origine nella chiesa di S. Agostino, dipoco posteriore, e nella Trinità e Santi della chiesa omonima. Qui, forse perchél'episodio è ambientato nell'oscurità e vengono quindi a mancare gli effettiatmosferici caratterizzanti la pittura veneteggian te, il Paolini sembra guardarea quanto lasciato in loco dai pittori fiorentini, o comunque provenienti daFirenze, alla fine del Cinquecento e in quello stesso anno da Matteo Rossellicon le tele per S. Maria de'Servi. E' di derivazione fiorentina infatti la maggior incisività disegnativa, che fa si che le pieghe degli abiti dei personaggirisulti no come raggelate, la ricerca di eleganti soluzioni formali, particolarmenteevidente nel le due giovani ancelle che con atteggiamento partecipe e commossoguardano verso il Precur sore, chiaramente ispirate alle due che compaiono nellaCirconcisione eseguita nel 1594 da Jacopo Ligozzi per l'oratorio del Nome diGesù
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900523932
  • NUMERO D'INVENTARIO 63
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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