ADORAZIONE DEI PASTORI
dipinto,
Zacchia Lorenzo Detto Zacchia Il Giovane (1524 Ca./ Notizie Fino Al 1587)
1524 ca./ notizie fino al 1587
Personaggi: Madonna; Gesù Bambino; San Giuseppe; pastori. Figure: angeli. Animali: bue; asino; cane; pecore. Abbigliamento: vesti; mantelli; cappelli; giacche; veli. Oggetti: bastone; sacco; cartiglio. Vedute: paesaggio; città. Piante: alberi
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Zacchia Lorenzo Detto Zacchia Il Giovane (1524 Ca./ Notizie Fino Al 1587)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Villa Guinigi
- LOCALIZZAZIONE Villa Guinigi
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto era in origine collocato su uno dei due altari laterali della chiesa di S. Luca, annessa all'Opsedale omonimo; a seguito della demolizione della chiesa, avvenuta nel 1912, parte degli arredi sono andati perduti e parte sono andati a costituire il cosiddetto fondo Ospedale di S. Luca, depositato presso le istituzioni museali lucchesi. Nelle carte relative all' intero complesso, conservate nell' Archivio di Stato di Lucca, sembra non esserci traccia della commissione al pittore di quest' opera, al contrario di quanto avviene per quella da lui eseguita due anni prima per l'altare maggiore, oggi conservata nei depositi del Museo di Villa Guinigi. Nonostante che già si comincino ad avvertire i primi sintomi controriformati in campo artistico, i pittori a Lucca sono ancora ancorati a schemi moderatamente tardomanieristici. Niente sappiamo riguardo alla formazione artistica di Lorenzo, che con tutta probabilità deve essere avvenuta in patria presso qualche continuatore dei modi di Zacchia il Vecchio ma certo che la composizione, forse più affollata che organicamente costruita, rivela una meditazione su quanto prodotto in anni immediatamente precdenti dalla cultura pittorica fiorentina. In particolare è stata messa opportunamente in risalto la vicinanza con la Nativià eseguita dal Bronzino un decennio prima per la chiesa di S. Stefano dei Cavalieri a Pisa, che a sua volta ripete uno schema già affrontato dallo stesso Bronzino una ventina d'anni prima in un'opera attualmente conservata a Budapest. Non è escluso, anzi, che il lucchese si sia ispirato proprio a questa prima versione, diffusa da un'incisione eseguita da Giorgio Ghisi nel 1554. Nel panorama della coeva pittura lucchese, appiattita su schemi ormai pedissequamente ripetitivi, quest'opera acquista particolare risalto, per l'evidente intento di porsi su un piano di maggiore vitalità e individualità, soprattutto per il tentativo di dare ai personaggi una certa caratterizzazione psicologica; al riguardo si segnala che tradizionalmente nell'uomo che, alle spalle della Vergine, si toglie il cappello, è stato visto un autoritratto del pittore mentre quello che si pone come elemento di separzione fra la folla dei pastori e il paesaggio può ritenersi il possibile committente
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900523916
- NUMERO D'INVENTARIO 271
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 1999
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
2006
- ISCRIZIONI sul sedile dietro il pastore in primo piano - IN MAGNIS/ VOLVISSE/ SAT(IS) EST/ LAU(RENTIUS) ZACCH(IAE)/ LUCEN(SIS) 1576// - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0