Madonna con Bambino e angeli
La tavola rettangolare, forse tagliata sui due lati lunghi, è fornita di una cornice a rilievo che delimita la composizione. La Vergine vi è rappresentata a mezza figura, con il Bambino sul braccio sinistro e la mano destra protesa nel gesto dell'intercessione. Indossa un manto blu con decorazioni a crisografia e bordo dorato, posato sopra una cuffia rossa e celeste - anch'essa crisografata - e una tunica rossa. Il Bambino benedice con la mano destra e regge un rotulo di color scuro nella sinistra; ha indosso un imatio marrone e una tunica rossa decorato con una fascia nera, ambedue illuminate tramite i filamenti della crisografia. Nelle aureole sono simulati, per mezzo di punzonature su foglia d'oro, dei motivi vegetali. Nella parte superiore della tavola, sulla destra, è rappresentato un angelo con le mani coperte da un lembo della veste; è ormai invisibile l'altro angelo che era un tempo posto specularmente sul lato sinistro
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Maestro Dei Ss. Cosma E Damiano (notizie Metà Sec. Xiii): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
- LOCALIZZAZIONE Convento di San Matteo in Soarta (ex)
- INDIRIZZO Piazza San Matteo in Soarta, 1, Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Riferita a scuola pisana del XIII secolo da Supino (1894) e da Bellini Pietri (1906), Sirèn (1914) colloca l'opera nell'ambito dell'influenza di Giunta pisano, Lasareff (1936) la riferisce a pittore pisano intorno al 1280, mentre Garrison (1949) la lega ad un gruppo di opere da lui riferite al "SS. Cosma e DamianoMadonna Master", autore di una Madonna proveniente dalla Chiesa pisana dei SS. Cosma e Damiano e ora al Museo. Tale gruppo mostrerebbe l'influsso in Pisa diCoppo di Marcovaldo. Carli (1958), pur sottolineando la non omogeneità di questo gruppo, inserisce anch'egli l'opera all'interno del filone che s'ispira a Coppo di Marcovaldo. Vigni (1950), come poi Caleca (1978), la riferisce a scuola pisana della seconda metà del XIII secolo, notandovi motivi senesi e caratteristichesimili al Maestro di san Martino. L'opera è di provenienza incerta e prima del restauro del 1976 (N. Carusi) si trovava in pessimo stato di conservazione per la presenza di vaste ridipinture ad olio, sollevamenti di colore e in particolare di una grande lacuna nella zona della mano destra della Vergine e di quella benedicente del Bambino, che in quell'occasione fu integrata a tempera. La tavola si caratterizza come un'immagine destinata verosimilmente alla devozione pubblica in relazione ad un altare o anche all'esposizione periodica, in coincidenza con le festività mariane. Loschema iconografico riproduce il tipo bizantino della Madonna Hodighitria, assai frequente nella pittura pisana del secolo XIII. Nella resa dei volti, l'artista attinge a un formulario, di origine orientale, ben diffuso a Pisa nella secondametà del secolo XIII, come nell'impiego di contorni e chiaroscuri in rosso o nella resa degli occhi attraverso l'incontro delle linee che delimitano la palpebra inferiore e il sopracciglio: particolari che si incontrano in particolare nelle opere riunite intorno al Maestro di San Martino. La tecnica con cui sono illuminate le carni è affine a quella utilizzata dall'autore della tavola dei Santi Cosma e Damiano: su un fondo verdastro sono stesi filamenti di biacca ad andamento concentrico. Alcuni autori sottolineano le affinità con le opere di Giunta
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900405619
- NUMERO D'INVENTARIO 1574
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2001
2002
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0