croce dipinta di Orlandi Deodato (attribuito) (fine/inizio secc. XIII/ XIV)
La tavola a forma di croce, completa di cimasa suppedaneo, tabelle e tabelloni,è costituita dall'assemblamento di tre tavole di legno. La croce, di medie dimensioni, è fornita di tabellone e di terminazioni quadrangolari alle sue quattro estremità. Cristo, trafitto con quattro chiodi, è rappresentato vivo, con gli occhi aperti e la testa leggermente inclinata verso sinistra; il corpo, coperto unicamente da un perizoma diafano, è caratterizzato da un'inarcatura appena accennata. Nel tabellone sono rappresentati, in due ordini sovrapposti, Maria Vergine e Giovanni evangelista in atteggiamento dolente e il Diniego di Pietro. Nella cimasa è simulata, su tre righe, l'iscrizione; nelle due terminazioni del braccio orizzontale sono rappresentati i simboli del Tetramorfo. Nel piedicroce si intravede una figura molto frammentaria con le mani giunte in preghiera
- OGGETTO croce dipinta
-
MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera/ doratura
-
ATTRIBUZIONI
Orlandi Deodato (attribuito)
-
ALTRE ATTRIBUZIONI
Scuola Italo-greca Del Xiii Secolo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
- LOCALIZZAZIONE Convento di San Matteo in Soarta (ex)
- INDIRIZZO Piazza San Matteo in Soarta, 1, Pisa (PI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Rosini (I, p.84?) segnalò questo dipinto nella Sagrestia della Chiesa di SanFrancesco, reputandolo antecedente a Giunta e di maniera greco-italica. Anche Supino (1894) parlò di maniera italica, mentre Bellini Pietri (1906) riferì la tavola a scuola pisana del XIII secolo. Van Marle (1923) la presenta come un esemplare di croce bizantineggiante, mentre Toesca (1927) e Vandberg Vavalà (1929)pensano entrambi ad un'opera di seguace lucchese di Berlinghiero, sottolineando come vi siano particolarità tipicamente lucchesi (la suddivisione dei tabelloni tra San Giovanni e la Madonna in alto e la Rinnegazione di San Pietro in basso). Se Garrison (1949) ha additato in Deodato Orlandi l'autore dell'opera, datandola intorno al 1280, Vigni, riprendendo la posizione di Toesca (1950) l'attribuisce a scuola lucchese della fine del XIII secolo, riscontrandovi somiglianze con Deodato Orlandi, ma ravvisando anche, nella figura del Cristo, una derivazione dal Crocifisso di Berlinghiero Berlinghieri della Pinacotecadi Lucca (1230 ca.). L'attribuzione a Deodato è stata ripresa, sia pur dubitativamente da Carli (1974) e Burresi-Caleca (1999), mentre Bertolini Campetti (1971) preferisce ritenere la croce opera di un pittore lucchese nel 1280 ca. Nella prima metà del secolo XIX l'opera era collocata, in cattive condizioni di conservazione, nella sacrestia della chiesa di San Francesco; in seguito alla soppressione delle congregazioni religiose decretata dal governo sabaudo nel 1866, fu acquisita, con altri beni appartenenti al convento, dal Comune di Pisa, che la destinò quindi all'esposizione nel nuovo Museo civico. Dal punto di vista compositivo e iconografico, l'opera si riallaccia alle croci dipinte del secolo XII (in particolare di ambito lucchese): tra gli elementi arcaizzanti più evidenti, si riconosce la rappresentazione di Cristo vivo sulla croce (Cristo triumphans), la presenza dei quattro simboli del Tetramorfo e la scena del Diniego di Pietro. La figura rappresentata in preghiera ai piedi del Cristo dev'essere probabilmente interpretata come il ritratto del donatore dell'opera; la croce, legata alla pietà personale di un singolo, era verosimilmente collocata in origine all'interno della chiesa di San Francesco, forse in una cappella del transetto o in un altare della navata. Sulla base delle caratteristiche iconografiche e di alcune particolarità nella resa dei dettagli fisionomici, la croce è stata avvicinata alle opere di Deodato Orlandi, benché se ne distingua per una più forte tendenza arcaizzante. La sua appartenenza all'ambito pittorico lucchese è tuttavia riconosciuta dalla maggior parte degli studiosi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900405617
- NUMERO D'INVENTARIO 1572
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2001
2002
2007
- ISCRIZIONI nella cimasa - IC...E...NASARENU(S)/ (R)EX IUDEORUM// - lettere capitali - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0