Madonna con Bambino tra San Francesco e un donatore

dipinto
Orlandi Deodato (attribuito)
notizie 1284-1332/ ante 1339

Inserito in una lunetta rientrante

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Orlandi Deodato (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L' affresco è realizzato nell' arcosolio del sepolcro di Bonagiunta Tignosini nel chiostro del convento francescano di Lucca. E' dunque inserito in un arco a tutto sesto realizzato con mattoni a vista ulteriormente decorati da una cornicetta geometrica a rilievo. Raffigura la Vergine col Bambino in braccio, fra San Francesco, alla sua destra ed un donatore alla sua sinistra. Fra i personaggi della figurazione si instaura un complice meccanismo di relazioni. Il Bambino benedicente si rivolge verso il laico che lo guarda ed ha le mani giunte in atteggiamento di preghiera. Dall'altra parte, San Francesco indica il gruppo principale con la destra, ma indirizza lo sguardo verso l' esterno, quasi con l'intento di illustrare l'evento ad un ipotetico spettatore. La raffigurazione è molto curata anche nei dettagli descrittivi. Il libro nella sinistra del Santo ha una legatura verde decorata da borchiette dipinte a biacca, si distingue poi il cordone del saio, su cui spiccano due nodi. Il Bambino indossa una semplice tunichetta rossastra, mentre estremamente interessante appare l'abito del committente -realizzato quasi in scala- rispetto ai personaggi sacri. Questi, probabilmente Bonagiunta Tignosini, sepolto nella tomba sottostante, indossa un copricapo molto ricco, foderato in vaio ed ha i capelli sciolti lungo le spalle, secondo la pettinatura dettata dalla moda più diffusa verso nell'ultimo quarto del XIII secolo. L'affresco costituisce uno degli esempi di pittura murale medievale più antichi tuttora esistenti a Lucca. E' stato oggetto di interesse sin dal 1909 quando, secondo quanto riferisce Eugenio Lazzareschi, tornò alla luce, liberato da uno strato di scialbo, grazie all 'intuizione di uno dei frati del convento. L'articolo del Lazzareschi, prevalentemente incentrato sull'analisi dell'iconografia di San Francesco lasciava da parte il problema dell' attribuzione assegnando l'affresco genericamente a Bonaventura Berlinghieri, oppure allo stesso Berlinghiero o ancora a Deodato Orlandi. Un'interessante notazione iconografica era quindi avanzata dalla Vavalà (1934) che riproducendo l'affresco sotto il nome di Deodato Orlandi, sottolineava come non soltanto la raffigurazione della Madonna appartenesse al tipo dell' Odighitria, ma anche come il gruppo centrale, quello della Vergine col Bambino fosse assai simile al mosaico di Pietro Cavallini in Santa Maria in Trastevere. Vista la variegata cultura dell'Orlandi, non è affatto impossibile che il richiamo al mosaico non fosse casuale, ma intenzionale, e forse l' affresco lucchese fu il tramite per la diffusione in Toscana di quella particolare soluzione iconografica. Essa infatti curiosammente ricorre in un affresco poco noto nell'oratorio dell'Annunciata fuori dalla porta fiorentina di Volterra, probabile opera di restauro e completamento condotta dal quattrocentista Stefano d Antionio Vanni su di un testo figurativo anteriore almeno di un secolo. L'affresco del chiostro di San Francesco veniva quindi restituito a Deodato con decisione dal Garrison (1951) che proponeva una data fra 1285 e 1295. In anni più recenti, Marco Paoli (1986) riproponendolo come opera di Deodato non accetta la datazione avanzata dal Garrison e preferisce ritenere valida la data del 1274 suggerita dall'anno di morte del Tignosini. Lo studioso anzi, prende spunto da questo affresco per retrodatare la cronologia dell'Orlandi ed anticiparne la data di nascita. Giovanna Damiani, nella voce stilata per il Dizionario Biografico degli Italiani, appare più cauta e propende per ritenere la morte del Tignosini soltanto un post quem per la realizzazione dell'affresco. La raffigurazione si presta ancora ad alcune considerazioni d' ordine stilistico ed iconografico: dal punto di vista dello stile, in effetti, il gruppo centrale non può non ricordare i modi di matrice berlinghieresca delle opere più antiche dell' Orlandi; dal punto di vista iconografico inoltre, i caratteri del donatore (cappello con becchucci vistosi ed acconciatura -se ne veda la bella riproduzione in Concioni/Ferri/Ghilarducci 1994) orientano verso una datazione negli anni Ottanta del secolo, in analogia per esempio a quanto si riscontra in dipinti datati come la tavola di Santa Chiara ad Assisi risalente al 1283. In sintesi, si può riconfermare l'ascrizione all'Orlandi ed inserire l'opera nella produzione del nono decennio del XIII secolo, ipotizzando (come mi suggerisce Veronica Randon)che il sepolcro del chiostro francescano sia stato realizzato in seguito ad una traslazione successiva delle spoglie mortali del Tignosini, oppure che possa trattarsi di un cenotafio eretto comunque a distanza di qualche anno dalla scomparsa del mercante
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900062589
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2000
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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