Aria, putti alati con vasi ad anfora e eroti

lavabo da sacrestia,

Vasca sagomata, nicchia rettangolare affiancata da lesene con fondo ed intradosso dell'architrave figurati, timpano figurato. Decorazioni: fregio con acanto e fiori, fregi con acanto, listelli, cornici ad ovoli, cornici a dentelli, scanalature, vasi, volute vegetali, mascherone, modanature

  • OGGETTO lavabo da sacrestia
  • MATERIA E TECNICA Ottone
    marmo bianco di Carrara/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Cavalcanti Andrea Detto Buggiano (1412/ 1462): ESECUZIONE
    Portigiani Pagno Di Lapo (1408/ 1470): parziale esecuzione
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera venne assegnata al Buggiano, nel luglio 1442, con la condizione che in esso si dovevano fare "duos spiritellos cum certis vasibus in manu secundum disegnum datum" (evidentemente dal Brunelleschi, come suggeriva G.Morolli nel 1978). Si sa, inoltre, che per il lavabo esisteva anche un modello, probabilmente a grandezza naturale, che si pensa eseguito, anche questo, dal grande maestro. L'opera doveva essere completata in un anno ed il prezzo, poi, stabilito dai consulenti eletti dagli Operai e dai Consoli dell'Arte della Lana . Dai documenti, però, sembra che il Buggiano non intendesse proseguire il lavoro per un prezzo che era assai inferiore rispetto al lavabo dell'altra sagrestia; e sembra che gli Operai, allora, commissionassero il completamento del fonte a Pagno di Lapo Portigiani, per il tramite di Bernardo Rossellino.Tutti i pagamenti fra il 1443 ed il 1445 sembrano corrisposti al Buggiano, anche se M.Haines (1983) riconosceva nell'opera due mani distinte. Segnatamente, la studiosa accostava i due "spiritelli" con le anfore ai putti del lavabo dell'altra sagrestia, e riteneva probabile, invece, che la decorazione, più massiva, delle pareti della nicchia e dell'intradosso, così come la figura del coronamento, fosse opera del Portigiani (M.G.Ciardi Dupre' invertiva invece l'attribuzione di questi interventi). Il lavabo venne stimato il 5 ottobre 1445 da Donatello e Luca della Robbia, che lo giudicarono di un valore venale superiore a quello del primo acquaio, e da Michelozzo e Betto d'Andrea, che proposero invece un prezzo meno elevato; il 23 dicembre di quell'anno, quindi, Andrea riceveva il saldo per il suo lavoro. Giunti a questo punto, ricorderemo anche il contributo di G.Morolli, nel volume sui Brunelleschiani (1978). Questi avrebbe fra l'altro riconosciuto il modello dei due lavabi delle Sagrestie nella mostra delle finestre timpanate, nel secondo ordine del Battistero, con i pilastrini che sorreggono un frontone. In questo secondo lavabo, tuttavia, si assisterà ad una più diffusa ricchezza decorativa, attribuita dal Morolli non solo alla maggiore sicurezza artigiana acquisita dal Buggiano, ma soprattutto ad una lingua sempre più ricca e complessa, pur nell'armonia generale, che si poteva ravvisare anche nella contemporanea attività del Brunelleschi maturo. Nello stesso volume, F.Quinterio pubblicava anche le notizie documentarie relative all'opera, tratte da un manoscritto del Poggi (conservato presso l'Istituto Tedesco di Firenze), che era stato concepito come la prosecuzione del libro del 1909 sul Duomo fiorentino, e sul quale si fondano anche gli studi condotti, più recentemente, da M.Haines (1983)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900289734
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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