peduccio, serie di Marochi Lorenzo (attribuito) (sec. XV)

peduccio,
Marochi Lorenzo (attribuito)
notizie 1412/ ante 1453

Corpo triangolare, echino, volute, abaco. Decorazioni: astragalo, listelli, modanature dell'abaco

  • OGGETTO peduccio
  • MATERIA E TECNICA pietra serena/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Marochi Lorenzo (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Spedale degli Innocenti
  • INDIRIZZO p.zza SS. Annunziata, 10, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Durante i restauri che interessarono l'ospedale degli Innocenti tra il 1966 e il 1970 il chiostro delle donne fu interessato da un complesso intervento di ristrutturazione e di ripristino delle sue forme originali andate perdute alla fine del Settecento quando venne distrutto il verone, e nel 1832, quando vennero tamponate le arcate del lato sud del ordine inferiore e quasi totalmente demolito il lato nord. In base alle fonti documentarie e ai reperti rintracciati durante i restauri, sul lato nord del chiostro furono integrate le parti demolite ed inseriti dieci nuovi capitelli con colonne realizzati dall'Opificio delle Pietre Dure ed è stato ricostruì to totalmente il verone (cfr. la vasta documentazione fotografica presso l'archivio fotografico della SBAA di Firenze). Il chiostro delle donne fa parte dell'ala meridionale dell'ospedale estranea al progetto brunelleschiano e facente parte dell'ampliamento voluto da Francesco della Luna. La costruzione iniziò intorno al 1436; nel febbraio 1437 si incaricaro no i due scalpellini Lorenzo Marocho e Nanni di Donato di realizzare le ventiquattro colonne con basi e capitelli del chiostro. Il 10 marzo dell'anno seguente il materiale risulta consegnato e vengono ordinate ad Ambrogio di Vanni da Fiesol e le colonne con base e capitelli del verone, completato nel 1439. Il chiostro presenta un linguaggio architettonico del tutto estraneo all'originaria impronta brunelleschiana dell 'ospedale per il tipo di rapporto usato tra il numero delle arcate tra lati sud e nord e i lati est e ovest, per la prop orzione usata tra la loggia inferiore e quella del verone, per l'uso di arcate semplicemente intonacate senza ghiere in pietra serena (come nel chiostro degli uomini o sul porticat o esterno) ed infine per l'uso di capitelli di ordine ionico , usati assai sporadicamente da Brunelleschi e solo in parti colari contesti decorativi, quali le porte della sacrestia vecchia di S. Lorenzo o le balaustre del fronte di palazzo Pitti. In questo chiostro si può notare invece un'avvicinamento a modelli architettonici che andavano imponendosi proprio a partire da questi anni in strutture architettoniche di des tinazione religiosa (un primo esempio è il chiostro degli Aranci nella Badia fiorentina della metà del quarto decennio). Il rapporto con il contemporaneo convento di San Marco, prò posto dal Morolli risulta assai calzante. I peducci del chiostro delle donne, pur non specificatamente documentati, sono riferibili al Marocho fornitore con la sua bottega, come risulta dalla documentazione, dei materiali in pietra dell'ordì ne inferiore del chiostro. Essi riflettono caratteri tipici dell'ordine ionico pur presentando una tipologia arcaica per la piattezza dell'impianto e l'assenza di motivi decorativi tipici quali gli ovoli sull'echino e i motivi fogliacei sui balaustri. In questo senso sono chiaramente distinti da esempi rintracciabili nei contemporanei chiostri con capitelli di ordine ionico e di impronta tipicamente michelozziana, quali ad esempio il chiostro di S. Antonio in S. Marco, che ma ggior seguito ebbero nell'architettura quattrocentesca fiorentina
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900284395
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE L. 41/1986
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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