Evangelista S. Giovanni

rilievo, 1300 - 1324

Rilievo raffigurante l'Evangelista San Giovanni

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • AMBITO CULTURALE Bottega Pisana
  • LOCALIZZAZIONE Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Ingresso in Camposanto: ante 1816. Lasinio non riporta la provenienza dell'opera che risulta presente in Camposanto nel corridoio nord, sotto le Storie di Abramo ed Agar, sopra il capitello [09/00235502] (v. foto Alinari 8794). Nel 1935 è esposta nella sala del Candelabro del Museo dell'Opera del Duomo; quindi permane per lungo tempo nei depositi della Primaziale fino al 1986, anno in cui è trasferita al Museo Nazionale di S. Matteo. I tre rilievi, analoghi per dimensioni, stile e struttura, dovevano in origine appartenere ad unico complesso assieme ad una figuli San Matteo oggi perduta. Non possediamo elementi certi sulla provenienza e la collocazione originaria dei pezzi; si i supporre che fungessero da pilastrini di separazione di specchiature marmoree in basamento di altare o sul frontale di un monumento funebre. In questa disposizione il San Marco doveva essere posto all'estrema sinistra, poichè presenta su quel lato una incorniciatura che delimita una superficie incavata rimasta grezza, forse destinata in origine ad un completamento ad intarsio o a mosaico. Il San Luca, a giudicare dalla positura del personaggio, doveva essere il terzo elemento da sinistra, e non quello all'estrema destra (come pensa Kreytenberg). Quest'ultimo e riconoscibile invece nel San Giovanni, per la presenza, sul suo fianco destro, di un frammento di incorniciatura analogo a quello del San Marco, mancante invece totalmente nel San Luca. Il San Giovanni conserva inoltre l'aspetto originario con l'alto basamento liscio, del quale sono oggi privi gli altri due rilievi (una base non pertinente e stata aggiunta posteriormente al San Marco). Unico fra i tre rilievi, il San Luca presenta ancora sul piano di fondo deboli tracce di motivi decorativi a fiore, in origine dorati. A causa della frammentarietà del simbolo evangelico che accompagna il San Giovanni, questa figura (priva anche della mano destra), e stata spesso genericamente indicata come Apostolo o identificata come San Matteo (LASINIO 1814-25, PAPINI 1912-31). Dall'esame del frammento sembra più probabile che il simbolo rappresentasse un'aquila e che il personaggio sia identificabile con San Giovanni, come indica anche l'iscrizione sulla base, apposta in tempi suc-cessivi ma forse quando la figura era ancora identificabile. I rilievi, genericamente dati alla scuola pisana dai commentatori ottocenteschi, che ne apprezzavano la qualità del panneggio, so-no stati accostati all'arte di Tino di Camaino dal Papini, per poi essere attribuiti decisamente al maestro stesso dal Bacci (1920). In tempi più recenti questa attribuzione e stata ripresa da Kreytenberg (1982 e 1984a), che ha inserito i rilievi nella sua ricostruzione ipotetica dell'aspetto originario della tomba di Arrigo VII, considerandoli parti di un gradino posto sulla mensa dell'altare di San Bartolomeo, che le fonti ricordano come esistente sotto il monumento imperiale. Questo gradino avrebbe svolto la funzione di sostegno per alcune statue, da lui ipoteticamente riconosciute in una Madonna abbozzata e in una figura acefala [09/00235652, 00235637]. Un'ipotesi ripresa da Naoki Dan nella seconda versione della sua ricostruzione de sepolcro (1983) ed è considerata accettabili anche da Carli. In effetti, questi Evangelisti mostrano alcune somiglianze con le figure di Apostoli che compaiono sul frontale de sarcofago di Arrigo VII, come riconosceva già Papini; il livello di esecuzione ci sembra però decisamente inferiore, e caratterizzato da quella deformazione riduttiva dei modi tineschi che appare tipica delle botteghe pisane tra il secondo e il terzo decennio del secolo. Dal momento che le ipotesi di ricostruzione della tomba tinesca appaiono ancora lontane da una sicura definizione di questa, e che soprattutto non è provata l'esecuzione da parte di Tino di sculture destinate all'altare di San Bartolomeo [09/00235637], ci sembra che si debba andare molto cauti nell'attribuire a Tino e nel collegare al sepolcro imperiale opere come queste, sulle quali non si hanno certezze circa la provenienza originaria
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900235664
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di San Matteo - Pisa
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1993
    2006
  • ISCRIZIONI sulla base - RECUBUI SUPER PECTUS IESU - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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