San Lorenzo

dipinto, post 1300 - ante 1399
Puccio Di Simone (attribuito)
notizie 1335-1362

n.p

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Daddi Bernardo (attribuito)
    Puccio Di Simone (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Niccolò di Cafaggio (ex)
  • INDIRIZZO Via Ricasoli, 58/60, Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Queste sei tavole provengono dal convento del Carmine; due di esse (San Bartolomeo e San Lorenzo) facevano parte di un antico polittico ricostruito parzialmente da Offner (1958). Queste due e le altre quattro tavole non pertinenti (n.8704-05, 8707-9) erano state usate insieme ad una Madonna al centro, per formare un polittico, esposto nella Cappella dei Santi Bartolomeo e Lorenzo fino al dicembre 1745. A questa data la Cappella fu rifatta e dedicata a S. Teresa; il polittico fu rimosso e portato nel convento, come risulta da testimonianze scritte dopo l'incendio del Carmine del 1771 (cfr. U. Procacci, in "Rivista d'arte", 1932). Nel 1810, per la soppressione napoleonica, furono incamerati dallo Stato e portati all'Accademia di Belle Arti, risultano così menzionati nei documenti: "n. 6 quadri in tavola rotondi di sopra alti braccia 1.2/3 larghi braccia -.12 soldi rappresentano: San Pietro, opera antica grado mediocre, San Paolo opera antica grado mediocre, San Bartolomeo, opera antica grado mediocre, San Giovanni, opera antica grado mediocre, San Lorenzo, opera antica grado mediocre, San Carlo, opera antica grado mediocre" (Archivio Accademia Belle Arti, filza "Processi verbali della Commissione di Arti e Scienze del 1810", fasc. Abbozzi delle note dei quadri tolti ai monasteri soppressi, n. 40). In questa occasione furono immagazzinati in un deposito appositamente stabilito dalla Commissione nel convento di San Marco (cfr. Inventario n. 759-64, p.85). Dopo il 1813 tornarono in Accademia dove le due tavole più antiche furono esposte a partire dal 1842 (cfr. Guida p. 26 n. 5 e p. 27 n. 11). Erano in Pinacoteca ancora nel 1855-59, (cfr. Masselli nn. 208, 193, 230, 225, 232, 234) nella Galleria dei quadri piccoli, e nel 1883 (cfr. Pieraccini, p. 113 n. 224 e p. 117 n. 255). In seguito passarono nei magazzini statali. Nel 1930 questi sei pannelli furono ricomposti in un polittico in cui fu posto al centro, in luogo della dispersa Madonna, un'altra Madonna con Bambino di Bicci di Lorenzo (Inv. 1890 n. 6154). Così ricomposto, il polittico fu dato in deposito alla Chiesa di S. Maria a Quarto nel 1932, dove ancora si trovano i due Santi laterali in questione. (cfr. Verbale Soprintendenza n. 232; febbraio 1932). Dopo la guerra il polittico fu di nuovo smembrato in tre parti lasciando questi due Santi uniti con la Madonna sull'altare maggiore e gli altri quattro disposti a guisa di dittico, a sinistra e a destra sulle pareti dell'abside. Attualmente i quattro pannelli sono esposti all'Accademia dal 1982. Queste quattro tavole sono state spesso riferite all'attività giovanile di Lorenzo Monaco, mentre i due Santi hanno subito molteplici attribuzioni, da quella più generica di Maestro Orcagnesco (Procacci, 1932 a Paatz, 1941) a Giovanni Cristiani (Berenson, 1932), a Bottega di Bernardo Daddi (Procacci, 1960 e Offner, 1947) a Bernardo Daddi e Puccio di Simone (Marcucci, 1965)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900097812
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. 1890, 8707
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Galleria dell'Accademia di Firenze
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della citta' di Firenze
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • ISCRIZIONI in basso - SAS. LAURENCIUS - lettere beneventane - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI CORRELATI

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Daddi Bernardo (attribuito)

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Puccio Di Simone (attribuito)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1300 - ante 1399

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'