DRAGO
capitello composito,
Raitus (bottega)
notizie sec. XII
Una corona di foglie a lingua di bue si alternano a caulicoli. Nell'unico gallone rimasto figurano due forme animali, piccoli draghi o pesci, che sfumano intenzionalmente nel racemo o nella voluta
- OGGETTO capitello composito
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ATTRIBUZIONI
Raitus (bottega): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La critica attribuisce l'esecuzione dei capitelli dell'interno della Pieve di S. Giorgio ad un'unica maestranza, che fa uso di elementi stilistici provenienti da tradizioni diverse. I capitelli sono caratterizzati dalla comune rielaborazione della tipologia corinzia. Accanto ad elementi di derivazione chiaramente classica, come la teoria di palmette entro archi, le palmette libere, gli ovuli e i fiori di loto, se ne accostano altri di ascendenza arabo - spagnola. Questa tendenza è particolarmente evidente nel secondo capitello della navata destra, che presenta notevoli analogie con i capitelli di S. Isidoro di Leon per la particolare risoluzione di occhi, bocche e baffi e per lo stesso modo di condurre il modellato per piani schiacciati e orli a spigolo vivo. Negli altri capitelli invece, apparentemente simili, riscontriamo una minuziosa trapanatura, che si risolve in una vibrazione luministica. Una terza componente culturale della taglia deriva dalla tradizione milanese, soprattutto per la decorazione dei capitelli di S. Ambrogio, che si distinguono nettamente dalla posteriore produzione lombardo - comasca per l'eccezionale misura e per il fermo rigore geometrico, che tende riportare i volumi alla forma pura. Questa tendenza è particolarmente evidente nel quinto capitello della navata sinistra, assai simile ad un capitello con aquile presente in S. Ambrogio. Identica è l'attaccatura delle ali delle aquile, l'alto inserimento delle zampe, lo sfondo liscio in vista tra le penne rivelate a forma di triangoli rovesciati col vertice in basso. Anche la decorazione dei capitelli dei semipilastri, caratterizzati da un intenso gusto per l'improvvisazione e il rapido mutamento di parti del corpo o di foglie in un altro animale, si avvicina ad un piccolo drago nell'abaco di un capitello di S. Ambrogio. Simili sono il profilo morbido e la bocca semiaperta degli animali. La tipica polivalenza di motivi animali e vegetali ritorna nel primo capitello della navata sinistra. Infine, si riferiscono a S. Ambrogio anche i capitelli floreali, che trovano riscontri in quelli analoghi di S. Maria Aurona e in esemplari genovesi riferiti a loro volta a quelli ambrosiani. I documenti confermano l'ipotesi di un diretto contatto tra Milano e la Pieve di Brancoli, tramite il presule milanese Anselmo da Baggio che, divenuto vescovo a Lucca, favorisce in città una fervida ripresa edilizia. All'interno del complesso decorativo della Pieve di Brancoli si possono distinguere apporti meno caratterizzati, da altri più significativi e originali. Direttamente riferibili a Raito sono il capitello della quinta colonna della navata sinistra e i capitelli dei due semipilastri della testata absidale. In particolare, il volto umano del quinto capitello della navata sinistra è identico al volto umano che aggetta dall'arco dell'ultima monofora della parete destra della nave centrale (vedi scheda n. 00064264). Nella navata sinistra il secondo e il terzo capitello appaiono strettamente legati ai capitelli dell'altare (vedi scheda n. 00064276). Infatti si nota la stessa libertà espressiva e l'identica tecnica apparentemente sommaria, che trova giustificazione nelle variazioni della luce e nell'alternanza di chiari con scuri. Il terzo capitello della navata destra e il quarto della navata sinistra presentano, invece, una stesura più calma e morbida. Nella navata destra si riscontrano notevoli somiglianze tra il primo e il quarto capitello, soprattutto per il comune motivo a smerli. La stessa mano sembra ritornare nel disegno della mensola esterna. Decorazioni assai simili a quelle riscontrate nella Pieve di Brancoli sono diffuse in tutta Europa. Per quanto rigurarda l' Italia, assai simili sono i capitelli della cripta di S. Nicola a Bari, quelli di Sovana, di S. Flaviano a Montefiascone e di S. Sofia a Padova, tutti databili entro il secolo XI. Le precise analogie tra i capitelli della Pieve di Brancoli e quelli di S. Miniato al Monte potrebbero essere spiegate dalla comune ispirazione a esemplari di spoglio che, per i decoratori della Pieve di S. Giorgio, potevano essere quelli di S. Alessandro di Lucca o del S. Pietro a Valdottavo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900064269
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
- DATA DI COMPILAZIONE 1977
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1999
2000
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0