Presentazione di Gesù al Tempio

laminetta,

Laminetta in avorio dipinto di forma rettangolare allungata, con una faccia liscia dipinta e l'altra senza tracce di colore, delimitata da una piccola cornice a rilievo. Un filetto dorato funge da cornice per le scene della faccia illustrata, disposti su due registri sovrapposti separati da un alto bordo con tracce di decorazione. Vi sono rappresentati episodi della vita di Cristo. In basso è raffigurata la Presentazione al Tempio, con la Madonna mentre porge l'Infante a Simeone che lo accoglie con le mani velate. In alto, è dipinto il Cristo risorto, con l'asta crucifera, mentre appare alla Maddalena inginocchiata; un arbusto divide i due personaggi, secondo una schema comune nelle rappresentazioni di epoca romanica e gotica. È da notare come alcuni particolari della rappresentazione superino il bordo della cornice, dando un aspetto movimentato all'insieme

  • OGGETTO laminetta
  • MATERIA E TECNICA avorio/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Renano
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Produzione Parigina
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
  • LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
  • INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La laminetta è identica per forma e fattura a un'altra conservata sempre presso il Museo Nazionale di Ravenna, dipinta con altre due scene della vita di Cristo (codice id. 08006355229). Secondo la disposizione dei soggetti più comuni dei dittici sacri, l'ordine cronologico va dal basso verso l'alto, tenendo conto di entrambe le pagine. Sia per le dimensioni che per il tipo e la qualità della veste cromatica, queste laminette si adattano molto bene a una placchetta (codice id. 0800635530) - anch'essa conservata presso lo stesso Museo Nazionale - interpretata come copertina di un libro liturgico o "carnet" devozionale. Pertanto è stato fortemente ipotizzato che i tre oggetti siano pertinenti allo stesso manufatto, ossia a un libretto miniato. Si tratta di manufatti alquanto rari, difficilmente rinvenuti integri (due splendidi esemplari completi si trovano al Victoria and Albert Museum di Londra e al Metropolitan Museum di New York), simili a blocchetti per appunti; solo che le pagine interne erano formate da foglietti miniati con raffigurazioni di temi religiosi, e tali "fogli" erano legati da una piccola striscia di pergamena che ne formava il dorso. È documentata anche una produzione a soggetto profano, con immagini della vita cortese e amorosa del tempo. Lo stile di queste raffigurazioni dipinte non corrisponde ai pochissimi oggetti della stessa categoria ancora esistenti, e trova scarso riscontro anche nella miniatura della prima metà del Trecento. Effettivamente la vivacità della narrazione, la proporzione delle figure, l'uso degli spessi contorni neri e la mancanza dello "sfumato" richiamano modelli anteriori, codificati all'epoca di S. Luigi e in vigore tra il terzo quarto e la fine del secolo precedente. Questo particolare è alquanto interessante perché avvalora l'ipotesi di Koechlin che questi interventi di pittura venissero effettuati - almeno in certi casi - dagli intagliatori di avorio stessi, che erano meno aggiornati sulle novità della pittura rispetto ai miniatori. Per quanto riguarda l'aspetto iconografico dell'esemplare ravennate, è stato riscontrato uno stretto rapporto con le scenette scolpite nelle ante dei piccoli tabernacoli e nei dittici a più registri; il pittore parrebbe essersi direttamente ispirato a queste fonti, senza la mediazione dei manoscritti miniati. Si tratta di tipologie codificate fin dall'inizio del Trecento, ma gli aspetti stilistici permettono di collocare il pezzo all'incirca nel secondo quarto dello stesso secolo. Per quanto riguarda i luoghi di produzione, è in corso una serie di studi che ha permesso di collegare alcuni di questi reperti alla scuola renana, soprattutto per quanto riguarda le miniature, mentre forse le copertine scolpite erano eseguite ancora nella capitale francese. La tecnica della raffigurazione è evidentemente miniaturistica, e vi sono rappresentati i colori nero, rosso e verde, con uso abbondante dell'oro come colore; i bianchi e gli incarnati sono resi con una velatura di tinta chiara, sulla quale sono delineati con estrema finezza i particolari fisionomici. La conoscenza dei rapporti con la scuola miniatoria dell'alto Reno sono possibili anche per questi preziosi pezzi del Museo di Ravenna
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635528
  • NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 1036
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di Ravenna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda catalografica (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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