Ritratto di Ippolito Pindemonte
dipinto,
1771 - post 1771
Consetti Antonio (maniera)
1686/ 1766
Ritratto di uomo a mezza figura volto verso sinistra. Indossa una giacca nera da cui fuoriescono le maniche bianche della camicia e il colletto con fiocco. Sul petto porta la medaglia del collegio. Con la mano sinistra tiene aperto un libro posato su un tavolo, mentre la destra poggia su un fioretto. Entro cornice in legno
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 126 cm
Larghezza: 92 cm
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ATTRIBUZIONI
Consetti Antonio (maniera): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Collegio S. Carlo
- INDIRIZZO Via S. Carlo, 5, Modena (MO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Ippolito Pindemonte nacque a Verona il 13 novembre 1753 dai marchesi Luigi e Dorotea Maffei. Il 24 settembre 1765 entrò con il fratello maggiore Giovanni, maggiore di un anno, al S. Carlo di Modena dove fu registrato con il numero d'ingresso 1265. I fratelli furono accompagnati dallo zio Giacomo, anche lui un tempo convittore del Collegio. Ippolito partecipò all'Accademia dei Dissonanti, dimostrò grande predisposizione per la poesia e per gli esercizi cavallereschi e si fece ben volere da tutti. Infatti, proprio in considerazione dei suoi speciali meriti, essendo egli partito dal collegio nel 1771, un anno prima del compimento degli studi, gli fu ugualmente - derogando alla regola comune - concesso l'onore del ritratto e fu dichiarato "insigne in Lettere ed Armi". Ritornato a Verona fu istruito da due istitutori, Torelli e Pompei, continuando a perfezionarsi nelle discipline letterarie. Studiò le lingue classiche e gli autori dell'antichità. Si rese presto noto per la sua produzione poetica. I suoi epigrammi latini furono stimati "degni di Catullo" da Ugo Foscolo, che gli dedicò i suoi "Sepolcri", e la tragedia "Ulisse", pubblicata quando Ippolito era appena venticinquenne, gli valse un seggio nel circolo letterario fra gli Arcadi. Per motivi di salute compì poi un lungo viaggio in Europa e in Italia toccando Roma, Napoli, la Sicilia e si spinse fino a Malta passando, di ritorno, per Firenze: nel suo peregrinare ebbe modo di procurarsi ovunque l'amicizia e la stima dei letterati più illustri fra i quali anche Parini, Alfieri, Monti, Foscolo, Visconti. Di ritorno dal lungo viaggio Ippolito dimorò un poco a Verona e poi si trasferì a Milano, ma la malferma salute lo costrinse a ritirarsi in una villa sui colli di Avesa, presso Verona, ove scrisse le "Prose e Poesie campestri", descrizioni e poesie malinconiche che rimangono forse la sua opera più celebre insieme alla sua traduzione dell'"Odissea", cui dedicò oltre quindici anni di lavoro ininterrotto. Le “Prose” furono date alle stampe molto più tardi e, insieme alle “Poesie campestri”, per le tematiche trattate lo inseriscono tra i poeti preromantici. Ristabilitosi, nel 1788 si mise di nuovo in viaggio toccando le principali capitali: Parigi, Londra, Berlino e Vienna. Celebrò la Rivoluzione francese con un sonetto, “La Francia” ma ben presto, in seguito a episodi di violenza e alla piega degli eventi francesi culminata nel periodo tristemente noto come il “Terrore”, che deluse le sue aspirazioni di tiepido liberale, Ippolito si rifugiò a Londra da dove, attraversando la Germania e la Svizzera, fece ritorno a Verona, città dalla quale non si mosse più se non per brevissimi periodi. In parallelo, dopo le delusioni francesi, la sua produzione letteraria virò verso un tono di indifferenza e scettiscismo. Morì a Verona il 18 novembre 1828. Il suo ritratto è stato schedato una prima volta da Ragghianti che vi ha riconosciuto spiccati caratteri crespiani, attribuendo il dipinto ad Antonio Consetti che, tuttavia, a quelle date era già morto. Il ritatto si può senz'altro ascrivere ad un pittore modenese debitore dei modi del maestro
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800438634
- NUMERO D'INVENTARIO 0334
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Fondazione Collegio San Carlo
- DATA DI COMPILAZIONE 1975
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
- ISCRIZIONI in basso - SIG. M. IPPOLITO PINDEMONTI/ VERONESE INSIGNE/ IN LETT(ERE) E IN ARMI./ 1771 - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0