Madonna della fontana. Madonna con Bambino

dipinto, ca 1490 - ca 1499

Seduta su un trono con baldacchino retto da angeli sta la Madonna che con estrema delicatezza sfoglia un testo che tiene sulle ginocchia, mentre con la destra sorregge il Bambino aggrappato dolcemente al collo. E' una giovanissima Madonna con un ampio manto blu che cade in morbide movenze sull'erba del giardino. Tre angioletti seminudi, librati sopra il capo della Vergine, sostengono una corona d'oro impreziosita da pietre. L'angelo sulla sinistra alza il globo "crucesignato". Luogo della separatezza è lo spazio riservato alla Madonna immersa nelle delizie del giardino chiusa a sinistra dalla siepe di rose, che lascia soltanto intravedere guglie e pinnacoli di una cattedrale. Accanto alla Madonna è una fontana in metallo che raccoglie in un piatto sbalzato l'acqua che zampilla da quattro mascheroni

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Provost Jan (1465 Ca./ 1529)
  • LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attenzione che la critica ha riservato e riserva al capolavoro è testimonianza dell'alta qualità del pezzo, che era parte della raccolta romana del cardinale Alberoni. Non si conosce quando il Cardinale venne in possesso dell'opera, ma è verosimile che l'abbia acquistata in Spagna fra il 1717 e il 1719 (Periti, 1993, p. 230). La tavola faceva parte in origine di un dittico costituendone il verso, come è stato individuato dal restauro degli anni '30 (Rossi, 1939, p. 10). Sul recto era dipinto invece un vaso di fiori con garofani e margherite, con chiara allusione alla Madonna alla fonte; si conosce anche la rischiosa operazione che era stata compiuta prima del 1735. Mentre non è possibile risalire con certezza alla descrizione dell'opera, potrebbe infatti trattarsi sia del n. 240 che del n. 242 dell'inventario (Inventario, ff. 20 r .- 21 v.), la tavola raffigurante il vaso di fiori era menzionato al n. 244 (Inventario, 1735, f. 20 r.). Stefano Pozzi, nella sua stima, nel 1760 valutò la tavola raffigurante la Madonna dieci scudi (Rossi, II, 1978, pp. 222-223). Soltanto agli inizi del nostro secolo si registra un certo interesse verso la tavola esposta nelle mostre piacentine di arte sacra come opera di scuola fiamminga (Ferrari, 1903, p. 25); con la stessa attribuzione compare nel catalogo del Museo Civico (Ferrari, 1903, p. 22). Nella foto Alinari del 1904 l'opera risulta invece assegnata alla scuola tedesca. Ritornata nella Galleria Alberoni nel 1929, Pancotti la descrive come opera di scuola fiamminga di fine '400; riporta inoltre l'opinione di Laudadeo Testi, allora Soprintendente alle Gallerie di Parma e Piacenza, che la giudica invece di scuola tedesca (Pancotti, 1932, p. 18). Il primo ad avanzare il nome di Jan Provost fu Friedlander sulla base di analogie stilistiche riscontrabili con opere dello stesso maestro conservate nel Museo di Bruges (Friedlander, 1929, p. 129). Quest'attribuzione è stata accettata alla mostra di Gand. L'opera dovrebbe essere stata prodotta intorno al 1510, nella piena maturità dell'artista. Quest'ipotesi è stata confermata dal Rossi (II, 1978, p. 116) e dall'Arisi (Arisi - Mezzadri, 1990, p. 174). La Tea, dopo un esame iconografico, ha ritenuto più congruo assegnare l'opera a Isenbrant per le analogie stilistiche con la Madonna esposta nel Museo di Maastricht (Tea, II, 1978, p. 112). La cornice in legno dipinto e dorato è stata intagliata nel 1938-1939 da un artigiano piacentino e propone evidenti reminiscenze tardo-gotiche nelle partiture decorative (Rossi, II, 1978, p. 118). Il dipinto è stato pulito e verniciato nel 1937; ridipinto nella base della fontana sul libro aperto e nel braccio sinistro dell'angelo al centro (per notizie su restauri e ridipinture cfr. Collobi, scheda n. 14 presso SPSAE di Parma e Piacenza)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800306872
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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