Cristo alla colonna

dipinto, (?) 1473 - (?) 1473

Cristo, appoggiato ad una colonna che s'intravede alle sue spalle in controluce e col busto leggermente rotante rispetto al piano, appare entro "l'albertiana finestra". Il busto pieno emerge luminoso dal fondo scuro con un'inclinazione dolente della testa stretta da una corona di spine. Entro questa semplificata ed essenziale presentazione sono disegnati l'incavo della clavicola e della gola, mentre la bocca è contratta nello spasimo. Gli occhi sono lacrimosi e arrossati e conferiscono maggior enfasi alla figura. Al collo porta una cordicella con una piegatura flessibile e riannodata sul davanti. Sul parapetto è appoggiato il cartellino con firma e data

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Antonello Da Messina (1425-1430/ 1479)
  • LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, registrata nell'Inventario del Palazzo Alberoni di Roma, con relativa attribuzione all'"Antico Antonelli" (Archivio Collegio Alberoni, Inventario 1744, ms. f. 21 r., n. 260), non proviene dalla collezione Lana-Buratti. Tale ipotesi, che era stata formulata dal Rossi (1957, p. 22) sulla base di un'erronea lettura dei documenti di archivio, è stata rifiutata dalla scrivente secondo la quale la tavoletta fu acquisita dal cardinale Alberoni in Spagna (Periti, 1993, p. 232). Nel 1760, in occasione della messa in vendita del patrimonio artistico alberoniano secondo le disposizioni impartite dal cardinale, la collezione fu fatta stimare dal pittore Stefano Pozzi che valutò la tavola la somma di sei scudi (Rossi, II, 1978, p. 224). Giunse a Piacenza nel 1761 con i restanti oggetti rimasti invenduti (Rossi, 1939, p. 20). Non suscitò l'attenzione dei cultori d'arte locale sette-ottocenteschi, il Carasi, il Buttafuoco e lo Scarabelli, che non la segnalarono nelle guide, mentre per primo fu menzionata dal Ferrari che la vide appesa nell'appartamento del cardinale nel Collegio Alberoni; lo studioso segnalò altresì la necessita di un restauro (Ferrari, 1901, p. 96) che fu poi condotto l'anno seguente. Dopo i successivi interventi di restauro emerse pienamente la sapienza linguistica con la quale era stata condotta dal maestro: la colonna e l'ombra proiettata sullo sfondo rivelano la matura sicurezza delle soluzioni spaziali adottate da Antonello intorno al 1473. E' controversa questa datazione che alcuni vorrebbero leggere "1475". Nella più recente monografia sull'artista (Sricchia Santoro, 1986, p. 158) sono segnalati i diversi esemplari dell'"Ecce homo" noti: uno è conservato a New York al Metropolitan Museum, l'altro a Genova nella Galleria di Palazzo Spinola, mentre un altro esemplare, già conservato a Vienna, Kunsthistoriches Museum, è andato perduto durante la seconda guerra mondiale. Per dettagli sui restauri cfr. Ferrari, 1903, pp. 13-16; Brandi, 1942, pp. 8-10; Rossi, II, 1978, pp. 87-90. Oltre alla bibliografia citata cfr. Bottari S., "Antonello da Messina", Milano, p. 12, tav. XVIII; cfr. anche, di autori vari, "Antonello da Messina", Roma, pp. 40, 134-135
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800306851
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI tavola, su cartellino dipinto sul parapetto - 1473 (?) Antonellus messaneus me pinxit - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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