storie di Alessandro Magno

arazzo, 1650 - 1699

Ciclo di otto arazzi raffiguranti storie di Alessandro Magno

  • OGGETTO arazzo
  • MATERIA E TECNICA SETA
    lana e seta/ arazzo
  • ATTRIBUZIONI Jordaens Jacob (1593/ 1678): disegnatore
    Leyniers Jan (1630/ 1686): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Menzionata per la prima volta nell'Inventario del Palazzo di Roma del Cardinale Alberoni, stilato nel 1735, come "Apparato di Arazzi a Figure Nobili" (Inventario, 1735, ff. 2-5), la serie fu trasferita in seguito a Ravenna e a Bologna, facendo ritorno a Roma nel 1744. Fu stimata dal Ferloni nel 1760 la somma di cento sessanta scudi (Rossi, 1978, pp. 220-221) ed offerta in vendita, insieme agli altri arazzi alberoniani, al conte Ercolani di Bologna, che rifiuterà l'acquisto perché troppo oneroso (Rossi, 1939, p. 226). Gli arazzi giunsero a Piacenza nel 1761 non destando l'interesse degli studiosi fino al nostro secolo, quando furono esposti nel 1902 in S. Vincenzo e nel 1926 al Museo Civico. Il primo ad occuparsi della serie di Alessandro Magno fu nel 1932 il Pancotti che indica come fonte le "Vite Parallele" di Plutarco, ritenendo il ciclo alberoniano "una replica nello stile dell'epoca, di un'antica serie cinquecentesca rappresentante gli stessi soggetti" (Pancotti, 1932, p. 32). Molto più significativa, per chiarire la genesi dell'opera, la disamina del Pettorelli che ha proposto come fonte del ciclo il "De Rebus Gestis Alexandri Magni" di Q. Curzio Rufo; procedendo sulla base di raffronti stilistici con altre serie, lo studioso ha individuato in Jan Leyniers l'arazziere, mentre ha attribuito i cartoni a Jacques Van der Heyden per le figure e a Lucas Achschellenk per i fondi e i paesi (Pettorelli, 1933, pp. 150.151). Sottolineando la scadente tessitura della serie, il Pettorelli, in un successivo studio, mette in luce le analogie stilistiche della serie alberoniana con altri cicli o anche arazzi singoli arrivando alla conclusione che Jacob Jordaens fu l'autore dei cartoni replicati però in numerose serie da differenti arazzieri (Pettorelli, 1943). L'editio princeps, tessuta da Jacob Genbel prima del 1628, appartenuta a Cosmo III Medici come si desume dall'inventario del 1697, è ora suddivisa in numerose sedi. In seguito i cartoni vennero ceduti ai Leyniers dalla cui manifattura , oltre alla serie alberoniana, sono usciti quella acquistata a Roma nel 1688, dal cardinale Flavio Chigi, tuttora nel palazzo, e altri pezzi conservati in parte nel museo di Bucarest ed in quello di Philadelphia (Jacob Jordaens, 1968, p. 228). La lettura iconografica e stilistica proposta dal Pettorelli fu accettata in seguito dalla Zangrandi, da Rossi e da Arisi; per le bordure di pregevole qualità Arisi avanza, seppur dubitativamente, il nome di Frans Snyders (Arisi - Mezzadri, 1990, p. 158). Nelle bordure laterali compaiono capitelli ricoperti di tralci frondosi (fiori, foglie e frutti) ed oggetti militari, ai quali si riannoda il festone della cornice orizzontale, con un elmetto al centro coronato da goletta; probabilmente un'arme marchionale. Al nastro floreale si intrecciano trofei d'armi: lance, scudi, una faretra colma di frecce. Domina in tutta la serie una gamma cromatica intonata sull'ocra o sui gialli, variati con filati blu: anche i bordi presentano una cromia non dissimile da quella dell'arazzo (Periti, 1991-1992, p. 238). Il pessimo stato di conservazione si deve principalmente agli schienali delle poltrone appoggiati agli arazzi al tempo dell'esposizione in Palazzo Alberoni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800306793
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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