transito della Madonna
dipinto,
Procaccini Camillo (1551/ 1629)
1551/ 1629
Il dipinto raffigura entro un ambiente Maria stesa su di un letto, mentre, volge lo sguardo ad un angelo che piomba dal cielo, con forte scorcio, portando una corona e una palma. Intorno alla Vergine si dispongono in quattro gruppi undici figure maschili che dialogano o consultano dei libri. La parete alle spalle della Madonna, rivestita di un morbido tendaggio, si apre sulla destra e lascia intravvedere alcuni edifici, di cui il primo sulla sinistra a pianta circolare
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Procaccini Camillo (1551/ 1629)
- LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta di uno degli interventi pittorici, attuati tra il 1605 ed il 1609 da Camillo Procaccini nel presbiterio del duomo, modificato architettonicamente tra il 1599 e il 1609 per volere del vescovo Claudio Rangoni, tendenti all'esaltazione della figura di Maria cui il duomo è dedicato. Al centro dell'abside stava la pala del Procaccini in questione, fiancheggiata da due tele vertivcali con "Sibille" sovrastate da altre due più piccole con "Profeti" (ora in episcopio). Sulle due pareti laterali invece stavano le due tele del Carracci con la "Vergine portata al sepolcro" e gli "Apostoli che vedono il sepolcro vuoto" (sostituito poi con quelle del Landi, cfr. schede relative) sormontate a loro volta da due tele raffiguranti i "Profeti" del Carracci (cfr. scheda relativa) oggi sulla controfacciata. Il catino ospita l' "Assunzione di Maria" (Procaccini) e la "Incoronazione" (Procaccini) tra cori osannanti di angeli (Carracci). Peraltro a poco più di un secolo dalla sua esecuzione il quadro doveva già essere stato malamente restaurato, infatti il Carasi (1780, pp. 16-17) lo dice "annerito e guasto da chi ha preteso di ripulirlo che appena ci si distingue qualche figura". Il Canonico Francesco Maria Gulieri, ritenendo il dipinto ormai irrecuperabile dispone per testamento la sostituzione della tela del Procaccini con un altro dipinto di uguale soggetto da commissionarsi ad un valente pittore italiano, compito che, dopo alterne vicende (L. Ambiveri 1886), sarà assunto dal bergamasco F. Coghetti intorno al 1860. Frattanto il quadro di Camillo Procaccini aveva subito un nuovo mal condotto restauro (1852) dal piacentino Francesco Favari. Il dipinto del Coghetti sostituì comunque quella di Camillo, che peregrinò da un luogo all'altro (Paratici 1926, p. 50) sino a quando si decise un nuovo restauro, affidato nel 1922 a Francesco Ghittoni che ebbe come conseguenza la decisione di collocare la tela sulla controfacciata, dove si trova ora e dove già la vide il Paratici quando si trovò a scrivere nel 1926 la sua guida del Duomo (Cerri 1908, p. 39; Tagliaferri 1964, p. 86). Il dipinto, del quale esistono due studi preparatori, uno a grisaille a Roma (collezione V. Masini) e l'altro a colori in Piacenza (collezione N. Arcani) (cfr. F. Arisi 1975, p. 110; F. Arisi 1977, p. 138), echeggia nella soluzione dell'angelo che scende a precipizio il "Simon Mago" affrescato dal Lomazzo in S. Marco a Milano, spunto che il Procaccini utilizzerà nel "Martirio di Sant'Agnese" dipinto nel 1591 per il Duomo di Milano (cfr. M. Valsecchi, Camillo Procaccini e l'altare di Sant'Agnese per il Duomo di Milano, in Paragone, n. 225, nov. 1978, pp. 47-63) e che è comunque presente un po' ovunque nella cultura figurativa tra fine '500 e gli inizi del '600 tra Milano e Bologna (F. Arisi 1975, p. 111). Della tela esiste l'incisione del 1852 di I. Migliavacca su disegno di Paolo Bozzini, pubblicata in occasione del restauro del Favari (1853)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800267522
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0