assunzione della Madonna

decorazione pittorica,

Personaggi: Madonna. Figure: angeli. Fenomeni naturali. Fenomeni divini

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Procaccini Camillo (1551/ 1629): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1599 il vescovo Claudio Rangoni ordinò una serie di lavori all'interno della cattedrale, che si protrassero fino al 1609 portando all'ampliamento del presbiterio e alla committenza di nuove decorazioni pittoriche tese a glorificare la Vergine cui il duomo è dedicato. In quest'ottica venne chiamato dal duca Ranuccio I Farnese il Procaccini, per affiancare Ludovico Carracci nel coro. Stando ad una lettera pubblicata dal Tagliaferri (1964) gli interventi pittorici sia del Carracci che del Procaccini erano nel 1609 conclusi. Indubbiamente Camillo realizza qui una delle opere più felici, contraddistinta da gamme cromatiche fredde e intense che risente nelle pose continuamente variate dei putti e negli scorci degli insegnamenti correggeschi, da lui riletti attraverso il Malosso e più in generale, i cremonesi. Bora (1973) ha pubblicato un disegno del Procaccini ora alla Biblioteca Ambrosiana di Milano (cod. F. 254 INF. n. 1356) utilizzato per l'affresco dell'Assunzione sulla volta dell'abside di S. Angelo a Milano e che rappresenta stretti punti di contatto con gli affreschi in questione, per via di un'analoga distribuzione degli angeli e una quasi identica posa di Maria. Ancora il Bora segnala al gabinetto dei Disegni di Castello (n. C. Coll. 731/1) affine iconograficamente all'affresco di S. Angelo e anche a quello del duomo di Piacenza. Non convince invece l'ipotesi dell'Arisi (1977) che ravvisa nelle teste dei cherubi che si individuano nel gorgo di luce della parte superiore una presunta desunzione dalla "Madonna Sistina" di Raffaello, presente in S. Sisto a Piacenza. I cherubini che Camillo situa secondo una disposizione a semicerchio, mi pare invece tutt'al più riconducibile a quanto l'artista vide nel suo viaggio giovanile a Roma all'inizio degli anni '80 del '500 e, quindi, il Raffaello delle Stanze Vaticane e accanto a lui, il Pinturicchio e il Perugino, essendo il motivo comune usato dalla scuola umbra, anche in Roma. Alla fine dell' 800 gli affreschi in questione vennero restaurati (Arisi R., 1977) forse in maniera un po' drastica. Esistono delle incisioni (Paratici, 1926) eseguite nel 1806 e 1808 dal parmigiano Antonio Bresciani, ricavate da disegni di Angelo dal Verme della fine del '700
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800267635
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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