storie della natività di Gesù

architrave di portale,
Wiligelmo (bottega)
notizie 1099-1110

L'architrave è composto da un'unica base di arenaria. I due listelli che delimitano la composizione che si articola in sette piccole arcate, sono corrosi e sbrecciati sia nella zona inferiore che in quella superiore. L'architrave presenta inoltre due fratture: una verticale, al centro, che si dirama poi in due fratture minori; l'altra, all'angolo superiore destro, investe la figura del "Re Magio" centrale. Le scene della "Nascita di Cristo" ("Annunciazione", "Visitazione", "Nascita di Cristo", "Annuncio dei Pastori", "Adorazione dei Re Magi") si dispongono entro piccole arcate che s'impostano su capitelli a fogliami su colonnine tortili. Si riscontra l'uso del trapano nella parte terminale delle pieghe a ventaglio, per dividere i piedi nelle prime due scene, e nei fori delle torri fra le arcate

  • OGGETTO architrave di portale
  • MATERIA E TECNICA pietra arenaria
  • ATTRIBUZIONI Wiligelmo (bottega)
  • LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Già nel 1930 il Robb (p. 386) aveva indicato la stringente similarità fra le figure dell'architrave del portale nord di Piacenza e le sculture dei piedritti del portale della chiesa di S. Silvestro di Nonantola, asserendo anche la possibilità che potesse trattarsi della stessa mano e dandole post 1122. La Krautheimer Hess, riscontrando punti di contatto fra le raffigurazioni di Piacenza e quelle di Ferrara, ritardava l'esecuzione dell'architrave piacentino al compimento di quello ferrarese. Jullien (1945, p. 144) riscontrava nelle figure di Piacenza la stessa densità plastica, il senso volumetrico dei corpi, il modo di drappeggiare le vesti proprio delle opere modenesi. Non riteneva inoltre necessaria la derivazione diretta da Nonantola (p. 146, n. 3). Salvini ha invece puntualizzato (1956, p. 145) la priorità di esecuzione di Piacenza rispetto a Ferrara rovesciando il rapporto prospettato dalla studiosa tedesca. Convinto inoltre che le concordanze tra le figure dell'architrave di Piacenza e quelle dello stipite di Nonantola siano di ordine iconografico e non stilistico, attribuisce tutti i rilievi al Maestro della lunetta di Nonantola. La Cochetti Pratesi individuò invece nell'architrave la presenza di due diverse mani come ha, anche recentemente ribadito (Cochetti Pratesi 1984, p. 612) , "l' "Annunciazione" e la "Visitazione" sembrano dell'artefice che eseguì la formella con "Sansone ed il leone" dello stipite di sinistra del portale di Nonantola, come denotano la modellazione ovoidale dei volti e l'andamento campaniforme. del tutto analogni all'esemplare nonantolano. Nella "Natività", nell' "Annuncio ai Pastrori" e nell' "Adorazione dei Magi" abbiamo un altro artefice che si è attenuto solo in parte all'iconografia delle corrispondenti scene nonantolane, ma che assume elementi delle due facce degli stipiti dell'Abbaziale, raggiungendo una maggiore fusione ed un più alto livello decorativo e formale" (Cochetti Pratesi 1975, p. 57). Quintavalle, che prima assegnava l'architrave alla scuola wiligelmica, ha recentemente proposto di attribuire l'ideazione delle scene e in qualche caso la stessa esecuzione direttamente a Wiligelmo. La Gigli (1982, p. 147; 1985, p. 287) ritiene che l'architrave sia il frutto del lavoro di un unico maestro nonantolano. Durtante la campagna di restauri svoltasi tra il 1898 ed il 1902, si interviene anche nella facciata e nel protiro nord, di cui si riscontra la rottura dell'architrave. La Commissione amministrtiva commissiona pertanto a Pier Enrico Astorri una copia dell'architrave che verrà collocata in sito nel luglio successivo. L'intervento procura le immediate proteste di Raffaele Faccioli (A. S. B. cart. 21 lettera 12 luglio 1900). La Commissione decide allora di ricollocare l'architrave al suo posto dopo aver provveduto ad un rinforzo in ferro. Nelle operazioni di smontaggio viene guastata la lunetta soprastante, in cui le lastre marmoree appaiono come raschiate e lasciano vedere i giunti di cemento. In una foto antecedente i restauri (Gigli 1985, p. 295, foto n. 2) si osserva chiaramente la testa dell'Angelo che annuncia ai pastori, oggi non più esistente. Il volto mostra una tipologia raffrontabile con quella dell'angelo dell' "Annunciazione". Secondo il Cerri (1909, p. 31) po l'architrave ha perso lo strato di patina per essere stato tenuto "per un anno all'interno della chiesa, esposto a tutti gli eventuali pericoli di una fabbrica in corso, lungo una parete, da cui si staccava l'intonaco che cadeva tutto sulla faccia scolpita"
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800267458
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 1985
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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