Martirio di San Lorenzo
dipinto,
1600 - 1624
Bramieri Orazio (1550-1555/ 1587 Ca)
1550-1555/ 1587 ca
Tela centinata entro cornice lignea modanata
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Bramieri Orazio (1550-1555/ 1587 Ca)
- LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Assai complessa la vicenda attributiva. Per il Carasi la tela era "presa da una carta del Tiziano" che dipinse questo soggetto per l'Escorial a Madrid; per il Cattanei, distratto ripetitore del primo, essa diventa copia del dipinto tizianesco; l'Anguissola la attribuisce a Gio. da Udine, scolaro del Licinio; il Buttafuoco la dice presa da un cartone di Tiziano e non copia del quadro madrileno, citando una memoria secondo cui il dipinto con gli affreschi laterali sarebbe stato eseguito da Gerolamo Macchietti fiorentino, allievo di Michele di Ridolfo; l'Emmanueli (1868) lo dice opera di Giuseppe Bramieri, avendone rinvenuto il nome sulla tela nel corso della sua ripulitura (avvenuta probabilmente nel 1856, quando il quadro fu spostato nella navata destra per volontà dello stesso Emmanueli, parroco della chiesa dal 1846)). Di tale pittore si hanno pochissime notizie: una memoria dell'abate Zani informa che si chiamava Giuseppe, che visse tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo e che lasciò "un gran quadro nel refettorio dei monaci riformati di Piacenza"; che si tratti del "Martirio di S. Lorenzo" è impossibile stabilire, mancando testimonianza certa ed essendovi un secondo monastero di riformati in S. Maria di Campagna. Di questo autore è documentato un altro lavoro, custodito a Napoli, che consiste in una copia della Madonna Sistina. Resta aperto il rapporto col modello tizianesco, con il quale vi sono parentele iconografiche, ma senz'altro mediate attraverso la tela di Dionisio Calvaert dello stesso soggetto conservata nella Chiesa parrocchiale di S. Lorenzo in Castell'Arquato (PC). La tela del fiammingo, dipinta intorno al 1583, prende senz'altro spunto dal dipinto tizianesco, ma lo semplifica, dimostrandosi l'autentico modello dell'opera del Bramieri. Quest'ultimo tuttavia varia in maniera personale lo schema del Calvaert, creando una composizione più serrata e drammatica e di toni meno altisonanti. Il distribuire le figure in valori di luce e movimento sembra testimoniare la conoscenza del linguaggio caravaggesco maturo, mentre il colorire è di ascendenza veneta, addirittura con ricordi veronesiani nell'accsotamento delle tinte. La tela dovrebbe appartenere al primo ventennio del XVII secolo. Giorgio Fiori (1983) ha documentariamente accertato che il nome corretto non è Giuseppe, come indicato dallo Zani, ma Orazio (cfr. Arisi 1998)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800154550
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0