Cristo inchiodato alla croce
dipinto,
Gambara Lattanzio (e Aiuti)
1530 ca./ 1574
Gatti Bernardino Detto Soiaro (1495/ 1575)
1495/ 1575
Il riquadro è popolato da un'infinità di soldati e raffigura il concitato momento in cui viene issata la croce con Gesù inchiodato. Al centro, tra uno degli uomini che tirano le corde ed un poderoso centurione romano, compare una figura di giovane che tiene tra le mani il cartiglio con la scritta "I.N.R.I."; all'estrema destra la scena dei soldati che giocano a dadi la veste del Signore. Sotto le arcate del matroneo, figure di Profeti su nubi; al centro tra le iscrizioni, un riquadro a monocromo con un episodio tratto dall'Antico Testamento: "Mosé ed il serpente di Bronzo" (Nm. 21.8)
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Gambara Lattanzio (e Aiuti)
Gatti Bernardino Detto Soiaro (1495/ 1575)
- LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Per notizie relative all'intero ciclo si veda la scheda n. 485. Si cfr. anche le schede nn. 487-488-489-490-491-492-493-494-495-496-497-498. La scena rappresenta, in assenza dell'episodio culminante della "Crocifissione", il vero e proprio apice del dramma sacro. La porzione di spazio occupata dal "Cristo inchiodato alla croce" risulta troppo ristretta, quasi congestionata nel contenere un'umanità gesticolante ed indaffarata: personaggi ed episodi (si veda ad esempio quello relativo ai soldati che si giocano la tunica ai dadi, all'estrema destra) si accavallano e si sovrappongono rasentando l' "horror vacui", in misura ancora maggiore di quanto avviene nell'analoga scena affrescata da Pordenone nel duomo di Cremona, in cui l'artista friulano riesce a risolvere i problemi spaziali grazie ad una brillante trovata di illusionismo prospettico, facendo debordare personaggi ed elementi della sacra rappresentazione fuori dal rettangolo di muro (Tanzi 1991, p. 54). Se il referente stilistico a cui il Gambara si rivolge è Giulio Romano, l'idea compositiva adottata dal bresciano è comunque quella proposta proprio dal "Pordenone cremonese": anche qui, come a Cremona, il fulcro dell'intero episodio è da ricercarsi in una figura in piedi, in primo piano, in questo caso nel soldato appoggiato al suo scudo, che ha esattamente la funzione di pausare la scena e di far convergere su di sé le diagonali della rappresentazione visiva. Come ha sapientemente evidenziato la critica, è comunque piuttosto raro incontrare nella pittura del Cinquecento lombardo questo episodio: fra i più significativi si ricorda quello dipinto da Callisto Piazza per l' Incoronata di Lodi o la tela di Vincenzo Campi ora al Prado (del 1577, di poco più tarda dell'affresco del Gambara, ma con evidenti punti di tangenza con quest'ultimo) (Tanzi 1991, p. 54). Il "Cristo inchiodato alla croce" dell'artista bresciano appare tuttavia un "unicum", vero e proprio manifesto dell'eterogenea ed inquieta personalità di Lattanzio: il suo linguaggio concitato ed a tratti urlante, carico di dissonanze patetiche eppure nel suo complesso silenzioso, segue le tracce di Giulio Romano, ma con un gusto per l'impaginazione spaziale ancora più intricata e per certi versi disarmonica che però non tralascia mai l'attenzione al particolare (la minuta descrizione degli umili oggetti del falegname casualmente lasciati in primo piano, che divengono natura morta) o al dato naturale, fisiognomico (il bel dettaglio della testa di soldato con elmo piumato, un vero e proprio ritratto, sulla sinistra, dietro la croce)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800142425
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI di fianco ai profeti - LIVORE/ EIUS/ SANA/ TI SU/ MUS (Is. 53.5) ASPICIENT/ AD ME/ QUEM/ TRANSFI/ XERUNT (Gv. 19.27; cfr. Zc. 12.10) - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0