Crocifissione di Cristo

dipinto, ca 1300 - ca 1310

La crocifissione di Cristo è il fulcro della decorazione che occupa la zona absidale di forma poligonale della sacrestia "sacrarium": si erge maestosa al centro della quarta parete sopra una base strutturata su due registri di tre specchiature, delimitati da cornici e sormontata, nell`archivolto, dalla Incoronazione di Maria Vergine

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
  • LOCALIZZAZIONE Alseno (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli affreschi di cui la crocifissione è parte integrante sebbene di lettura assai problematica (si rimanda al saggio della Gigli in Valenzano, Guerrini, Gigli 1994), sembrano costutuire un vero e proprio ciclo pittorico ispirato da un ordine compositivo razionale e anche se non è possibile per le gravi perdite di colore e figure presentare tesi puntuali si può ipotizzare che i temi rappresentati siano assai cari all`ordine cistercense: vita monacale e ruolo fondamentale di Maria come corredentrice dell`umanità a fianco di Cristo. Con tali scelte ben si accorda la Crocifissione, la cui iconografia, largamente ripresa nei secoli XII-XIV, mostra un legame profondo con la teologia di Bernardo in cui la meditazione cristologica ha un ruolo fondamentale; la scuola cistercense sviluppa l`opera del suo maestro relativa all`umanità del Salvatore, nella Crocifissione di Chiaravalle assistiamo infatti all`ostentatio del corpo martoriato del Cristo con il costato trafitto e con copiosi fiotti di sangue zampillante dalle mani e dai piedi.Impossibile riassumere qui l`articolato dibattito critico relativo al ciclo - una puntuale sintesi si trova nel saggio sopra citato - basterà ricordare come tali studi abbiano avuto il merito di aver focalizzato alcuni aspetti dell`apparato pittorico di Chiaravalle e pur non giungendo ad una conclusione circa la cronologia delle pitture hanno saputo suggerire assonanze con altre precoci opere di area padana degli inizi del XIV secolo, già informate delle novità giottesche. Quindi anche certe analogie con gli affreschi attribuiti al "Maestro del 1302 o Maestro di Gerardo Bianchi" nel Battistero di Parma, quali le strutture solide ben impiantate dei corpi, la grande semplicità della linea, la scansione dei panneggi paludati e l`eccesso decorativo di alcuni particolari stanno a significare non tanto identità di mano quanto piuttosto adesione a modelli culturali affini. La formazione del maestro pare in primo luogo composita e ricca di assonanze con le esperienze duecentesce, segnatamente quelle della grande impresa di Assisi, in cui sierano andate modulando e fondendo soluzioni e tendenze diverse. Sulla base di tali rimandi stilistici sembra dunque possibile ipotizzare che il maestro di Chiaravalle, di cui purtroppo in ambito piacentino niente altro è rimasto, abbia lavorato alla decorazione della sacrestia entro il primo decennio del Trecento e subito dopo la conclusione della grande impresa padovana di Giotto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800111428
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE S36 (L. 145/92)
  • DATA DI COMPILAZIONE 1973
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1997
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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