L'Immacolata. Madonna Immacolata
Singolare e nuova la composizione della tavola, la cui scena si svolge in un vario paesaggio raffigurato nel chiarore dell'alba: nel mezzo è la città di Forlì (simboleggiante Gerusalemme), a destra un'alta rupe sulla quale si stagliano nitidi due alberi, a sinistra, una successione di colline, colorate dal verde all'azzurro. Ampia la parte data al cielo, col Padre Eterno benedicente (in veste rossa e ampio manto) attorniato da una nube di angeli. In primo piano sono cinque figure inginocchiate. La prima a destra è S. Stefano in rossa dalmatica, col libro e la palma del martirio. Segue l'Immacolata con le abituali caratteristiche della Vergine non ancora madre: la veste rossa, il manto turchino, il capo scoperto e le mani giunte. La natura della fanciulla è rivelata dall'angioletto che le sta di fronte, inginocchiato, e dispiega un filatterio. A sinistra, due vescovi: il primo (già interpretato come S. Ruffillo e poi trasformato in S. Barbaziano) è S. Anselmo (in veste bianca e pianeta decorata con figure di santi): il suo nome è rivelato dalle parole del libro aperto davanti a lui. L'altro vescovo è S. Agostino, in mitra e piviale (la sua presenza è giustificata dall'aver affermato il futuro dogma di Maria, nel trattato "De Natura et Gratia" (1956, p. 462). Cornice originale
- OGGETTO pala d'altare
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ATTRIBUZIONI
Palmezzano Marco (1459-1463/ 1539)
- LOCALIZZAZIONE Forlì (FC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo l'atto di commissione (1956, pp.330 e 460) la splendida tavola del Palmezzano che impegnò l'artista nel biennio 1509-1510, fu dapprima collocata sull'altare maggiore della chiesa; poi, quando nel 1515 fu terminata la cappella del Sacramento, venne spostata piu' avanti e ricavata dalla demolizione di altre cappelle laterali. La pala rimase al suo posto e la cappella venne detta "dei Ferri". Nella seconda metà del '500, quando la cappella era sotto lo iuspatronato della famiglia Merlini, un suo membro, di nome Barbaziano, diede incarico a un pittore (probabilmente Livio Modigliani) di trasformare una figura della tavola in quella del Santo del suo nome con una totale ridipintura che interessò anche il Santo vicino (i due a sinistra) e occultò parte del paesaggio. Nel 1936 la pala è stata riportata alla sua iconografia originaria. Si è già detto della confusione nella interpretazione dei due santi a sinistra che sono quelli che piu' fervidamente hanno affermato la verità del futuro dogma rappresentato. Anche i committenti (la Confraternita del Corpus Domini e quella del SS. Sacramento) imposero all'artista la figura di S. Stefano (poichè S. Mercuriale era prima dedicata a questo Santo) nella pala e nella predella, e il soggetto della Resurrezione di Cristo nella lunetta (dove sarebbe stato invece piu' logico rappresentare un episodio della vita di Maria; 1956, p. 87). L'opera, sia per il soggetto nuovo che per la bellezza, dovette suscitare molto interesse. Una prova è che quasi immediatamente fu presa a modello dal pittore cotignolese Girolamo Marchesi (nel 1512, per la chiesa di S. Francesco a S. Marino) per una tavola firmata e datata e completa di cartigli coi nomi sotto ogn i figura dei Santi: proprio a questo si deve la completa spiegazione iconografica della pala (1956, p.463)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800033478
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI sul terreno, oltre il libro aperto - MARCUS PALMIZANUS/ FOROLIVIENSIS FATIEBAT/ MDX - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0