La Primavera e l'Inverno / Quadrature / Cartelle angolari con Bacco e satiri, Sileno, Menade, Venere e Cupido. Affreschi e quadrature delle volta

dipinto, post 1651 - ante 1653

I due artisti raffigurano in prospettiva ribassata le imponenti architetture di un finto padiglione, sorretto agli angoli da colonne binate, ricchissimo di motivi decorativi e aperto al centro attraverso un oculo a quadrifoglio. La scena principale raffigura la Primavera e l'Inverno, scacciato da graziosi puttini. Ai lati si aprono quattro finestroni lunettati profilati da cornicioni e cornici dalle forme più varie, ghirlande di frutta e fiori, ubertosi festoni di uva sorretti da satiri e vasi traboccanti di grappoli. Tra le mirabili prospettive, ai quattro angoli, si riconoscono coppie di putti intenti a sorreggere scudi scintillanti profilati da volute e maschere, su cui, a monocromo, sono dipinti i seguenti soggetti: Bacco ebbro sorretto da due satiri, un Sileno, una Menade con la fiaccola dell'Amore, Venere con Cupido. La struttura di quadratura appare di forte suggestione e notevole impatto scenografico

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Colonna Angelo Michele (1604/ 1687)
    Mitelli Agostino (1609/ 1660)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In tutte le antiche descrizioni di questo ambiente gli affreschi sono citati come opera del Colonna e del Mitelli. Non solo le fonti, ma anche numerose indicazioni documentarie permettono di ricondurre ai due artisti emiliani la progettazione ed esecusione di questo affresco. Chiamati da Giovanni Battista Balbi nel 1651 probabilmente per decorare la Galleria degli specchi, vennero "provati" in un ambiente di minori dimensioni. Lo scontro e le incomprensioni con un "mastro di casa" però li fecero abbandonare la città prima di ricevere dal Balbi i giusti riconoscimenti e senza poter portare avanti la collaborazione. Da registrare come, secondo Ratti, l'affresco della volta venne concluso da Gio. Andrea Carlone, anche se il linguaggio pittorico è talmente coerente con l'intera decorazione che sembra difficile riconoscervi una altra mano. Non è inoltre possibile verificare se le ampie zone prive di decorazione che i restauratori degli anni settanta del Novecento avevano trovato e imputato a danni da infiltrazione, fossero invece indizi di un lavoro mai del tutto terminato. L'attribuzione agli emiliani rimane pertanto, ancora oggi, la più convincente
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700034813-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
    2016
  • ISCRIZIONI in alto, in cartiglio retto da due putti - "ME DUCE COMPESCITE CURAS" - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI COMPONENTI

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