Polittico dell'Aquila. Madonna con il bambino in trono e un devoto tra i santi Antonio abate, Giorgio, Giacomo, Pietro martire, Zeno, Mamaso, detto Polittico dell'Aquila

polittico dipinto ca 1420 - ca 1430

Nello scomparto centrale la Madonna col Bambino e un giovane devoto; nei riquadri laterali sant'Antonio abate, san Giorgio, san Giacomo, san Pietro martire, san Zeno e san Mamaso. La cornice, in legno intagliato e oro, mostra sul basamento motivi romboidali da cui partono le colonnine tortili con capitello che separano i sette scomparti del polittico; pinnacoli e fastigio con decorazioni vegetali

  • OGGETTO polittico dipinto
  • MATERIA E TECNICA ORO
    tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Badile Giovanni (1379 Ca./ 1449 Ca)
  • LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dalla metà del Settecento è documentato sopra la porta maggiore della chiesa di San Pietro Martire (o San Giorgio), attigua al tempio domenicano di Santa Anastasia. Sempre qui vi era inoltre un affresco votivo pure firmato «Joannes Baili»: entrambi registrati da Maffei, che si chiedeva se la scritta indicasse il nome del pittore o piuttosto quello del devoto inginocchiato (Cipolla 1910, p. 83). "La sistemazione settecentesca era certamente una soluzione di ripiego, perché in origine il polittico doveva essere destinato a un altare. Per poter avanzare qualche attendibile congettura sulle sue vicende precedenti occorre interrogarsi sul significato dello stemma da cui esso prende il nome, un’aquila nera ad ali piegate in campo d’oro ripetuta su entrambe le estremità del basamento, uno stemma che già all’inizio del secolo scorso risultava quasi cancellato (Gerola 1908a, p. 167) e che oggi è affatto scomparso. L’aquila è sempre stata interpretata come simbolo imperiale, San Pietro Martire essendo stata a lungo una cappella privata dei cavalieri brandeburghesi di stanza a Verona, che la fecero tutta ricoprire di affreschi votivi (Gerola 1912). Ma si può osservare che il devoto in preghiera ai piedi della Madonna non è uno dei guerrieri in armatura che vediamo dovunque sulle pareti della chiesa, ma un fanciullo. Prende allora consistenza l’ipotesi, formulata da Daniela Zumiani, che il dipinto fosse stato realizzato per l’altare della famiglia Boldieri nella vicina Santa Anastasia, dedicato appunto a san Pietro martire, e trasferito in altra sede quando, nel settimo decennio, i Boldieri fecero erigere nello stesso luogo una nuova cappella e la dotarono della monumentale ancona in pietra che ancora vi si ammira (Varanini, Zumiani 1993-1994, p. 90). Nel blasone della famiglia l’aquila affianca il giglio fin dal 1426, quando Perozano acquista il «palatium ab Aquila», uno degli edifici più prestigiosi della città, affacciato sul sagrato della chiesa domenicana, così chiamato per la presenza di una scultura antica, forse di epoca romana, raffigurante appunto un’aquila (Zumiani 1987-1988, p. 222). Aquila e giglio campeggiano sull’ultima coppia di colonne di Santa Anastasia, la cui erezione fu finanziata da Gerardo Boldieri nel 1437 (Cipolla 1914, p. 183). Giovanni Badile, che risiedeva nella vicina contrada di Santa Cecilia, è in documentato rapporto con gli esponenti del patriziato cittadino che più attivamente concorsero alla fabbrica e alla decorazione della chiesa: con Gianesello da Folgaria, con Antonio Cermisone, con gli stessi Castelbarco; è membro, come Perozano, della confraternita di San Pietro Martire fin dalla sua fondazione, nel 1423. Non è azzardato presumere quindi che abbia lavorato per i Boldieri, instaurando un rapporto che sarebbe continuato nel tempo: verso il 1480 il prospetto della loro cappella sarà affrescato infatti da suo figlio Antonio, il cosiddetto Maestro del cespo di garofano (Marinelli 1990, p. 634). (…) Il Polittico dell’Aquila è diventato un punto fermo nel catalogo dell’artista, insieme ai documentati affreschi della cappella Guantieri in Santa Maria della Scala (1443-1444). Un altro dato ormai acquisito è la forte componente lombarda presente nel bagaglio culturale di Badile, e in particolare, come vide per primo Coletti (1953), l’influenza dell’arte estrosa e pungente di Michelino da Besozzo, documentato a Venezia nel 1410 e probabilmente operoso anche a Verona; influenza diretta, e non mediata da Stefano, come riteneva Cuppini (1969). Il simpaticissimo bambino, per esempio, che si afferra un piedino con la mano, è ripreso direttamente da quello dipinto nella lunetta sopra l’arca di Marco Thiene in Santa Corona a Vicenza (Osano 1989, p. 75). La comune matrice micheliniana può giustificare l’antico riferimento a Stefano del polittico, ma anche le incertezze attributive che ancora interessano alcune opere veronesi di primo Quattrocento. La datazione invece è ancora controversa e conosce una curva di oscillazione molto ampia (...) Sembra quindi più logico collocare il Polittico dell’Aquila negli anni venti, magari non lontano dal 1427, quando il Consiglio comunale affianca san Pietro martire a san Zeno come patrono della città. Nel dipinto sono raffigurati entrambi, uno dietro l’altro: il santo vescovo non mostra l’attributo caratteristico del pesce, ma il libro è un elemento più che sufficiente per identificarlo, considerando che solo pochi anni prima, nel 1419, Guarino ave va riscoperto un codice dei Sermones nella Biblioteca Capitolare (Avesani 1984, p. 40). (…) Potremmo individuare allora nel giovanissimo devoto, se accettiamo l’ipotesi di una committenza Boldieri, uno dei figli di Perozano, morto non ancora cinquantenne nel 1426-1427 (Varanini, Zumiani 1993-1994, p. 59). (...) Per esempio Giacomo, nato verso il 1417, anche in considerazione della presenza di un protettivo san Giacomo proprio alle spalle del ragazzo". (scheda tratta da Peretti 2010, cat. 61)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715140
  • NUMERO D'INVENTARIO 152
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • ISCRIZIONI nel riquadro centrale, in basso a destra - ihoes baili - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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