Ritratto del Vescovo Nicolò Antonio Giustiniani

dipinto, 1780 - 1792

Veneziano, appartenente ad uno dei più antichi casati della città, Antonio Giustiniani (1712- 1796) professa la regola benedettina cassinese nell’abbazia di santa Giustina di Padova nel 1730, quando fa proprio anche il nome di Nicolò. Nel 1772 diviene vescovo di Padova, dove segna la storia cittadina promuovendo la costruzione dell’ospedale che porta il suo nome, e donando la sua ricca biblioteca al Seminario. Ritratto in veste episcopale. Gesto della mano destra aperta a indicare e contemporaneamente a raccogliere la berretta. Postura agile e leggera, posa espressiva delle mani. Rilievo realistico del volto, con forme naturalistiche della bocca e arco profondamente chiaroscurato che unisce il naso al sopracciglio destro. Ambientazione con architettura di fondo

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Padovano
  • ATTRIBUZIONI Lorenzi Francesco (attribuito): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Azienda Ospedaliera di Padova
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il Ritratto sembra riconoscibile nel quadro di “maestra mano” celebrato nell’Orazione del prof. abb. Lodovico Menin del 1851 nell’Ospitale Civile di Padova. Esiste solo una recente attribuzione del dipinto a Bernardino Castelli (1750-1810); ora tuttavia si propone come autore Francesco Lorenzi e una datazione al sesto decennio, ossia al 1753 quando Giustiniani assume la titolarità del vescovato di Torcello, oppure al 1759, l’anno del suo arrivo a Verona. La seconda data e l’attribuzione a Lorenzi sono sostenute dalla commissione da parte di Giustiniani a Francesco Lorenzi della pala con San Lorenzo Giustiniani per l’altare della sacrestia dei Cappellani nella cattedrale scaligera (1760 circa). Le approssimazioni del fondale architettonico sulla destra si ritrovano in altri dipinti di Lorenzi: in particolare la sommaria definizione delle volute dei semicapitelli ionici si riflette identica nella pala giovanile con San Pietro e la Religione trionfano sull’eresia (San Pietro di San Pietro Incariano, Vr, fine quinto decennio), e in un’opera matura come la pala dell’Istituto Provolo. Il contrasto tra l’aspetto relativamente giovanile del vescovo e quello senile esibito nei suoi più noti ritratti padovani (nel palazzo vescovile e nel seminario vescovile) è un’ulteriore conferma di una datazione al sesto decennio, tra il 1759 e il 1760, piuttosto che alla prima metà dell’ottavo decennio, invece riferita all’attribuzione a Bernardino Castelli. In area scaligera esiste una copia fedele del ritratto nel Museo di Castelvecchio (n.6617), a mezza figura
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500091639
  • NUMERO D'INVENTARIO 47142
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
  • DATA DI COMPILAZIONE 1988
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2020
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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