San Zeno

rilievo,
Nicolò (notizie Prima Metà Sec. Xii)
notizie prima metà sec. XII

Personaggi: San Zeno

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA Marmo
  • ATTRIBUZIONI Nicolò (notizie Prima Metà Sec. Xii)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Abbazia di S. Zeno Maggiore
  • INDIRIZZO Piazza S. Zeno, Verona (VR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gia' dal secolo scorso la letteratura artistica (Rossi 1854) aveva attribu ito a Niccolo', responsabile con la sua bottega della deco- razione plasti ca esterna della basilica di San Zeno, anche lo stesso protiro, databile c ome le sculture al 1138 grazie all'iscrizione po- sta sul fianco esterno d estro dell'edificio (per questa e le altre opere della chiesa menzionate c fr. per un'analisi piu' approfondita le schede corrispondenti); l'artista era reduce dai lavori nella Cattedra- le di Ferrara, forse databili al 11 35, e poco tempo dopo sara' attivo anche nella facciata del Duomo veronese . Il problema storico - artisti- co del protiro non riguarda percio' l'aut ografia, se non per la distin- zione da operare tra le parti spettanti al maestro e quelle da assegnare ai suoi collaboratori, quanto sulle eventual i manomissioni subite dalla opera durante l'intervento di Brioloto, che tr a lo scorcio del XII se- colo e i primi anni del XIII costruisce e decora la Ruota della Fortuna, e completa la facciata. La critica ha generalmente ristretto l'operazio- ne di Brioloto a poche rettifiche, in particolare n el portale, probabil- mente ampliato, i cui stipiti originali, formati da lastre con racemi vegetali sormontate da telamoni, sono attualmente visibi li ai lati della entrata (Simeoni 1909; Boeckler 1931; Arslan 1939 e 1943; Da Lisca 1941; Romanini 1964); va pero' notato che e' mancata, da parte d egli studiosi che si sono occupati del problema, una dettagliata analisi d el lavoro in esame. Solo in tempi recenti la Kain (1981) ha affrontato min uziosamente l'argomento, con proposte che peraltro suscitano notevoli rise rve cri- tiche. La studiosa, infatti, ha proposto che l'intervento di Brio loto, al quale sarebbe inoltre da aggiungere Adamino da San Giorgio, artis ta relegato da tutti gli studiosi (inclusa la Kain) al ruolo di semplice d ecoratore, modifichi sensibilmente l'aspetto esteriore della chiesa. Il pr otiro di San Zeno aveva, secondo la Kain, un duplice baldacchino, come que llo del Duomo, il cui elemento superiore sarebbe stato tolto per consentir e la visitazione della statua originale e la collocazione dell'attuale imm agine di San Zeno, nonche' dei capitelli della porta originale, inseriti a lla base della lunetta stessa; infine, le sculture laterali, di Niccolo' e Guglielmo, sarebbero state poste nel luogo at- tuale, trasferendole dalla originaria ubicazione, all'interno della ba- silica, probabilmente sul po ntile. Esula dai limiti di questa scheda una replica dettagliata agli argo menti della studiosa, ma va osserva- to che non esistono dati significativ i per affermare l'esitenza di un doppio baldacchino (anche l'indagine mura ria porta ad asserire il con- trario), e ancor meno per pensare ad una pri mitiva sistemazione delle sculture laterali all'interno dell'edificio. Lo stesso portale del 1138 non doveva differire troppo, come dimensio- ni, da ll'attuale, come rilevano le misure del protiro e il numero del- le formel le bronzee, ancorche' ricollocate in un ordine diverso dal primitivo. Per quanto rigurada la lunetta, non sembra proprio che la stutua at- tuale sos tituisca un'altra opera, ne' esiste alcuna certezza sulla provenienza dei capitelli posti alla base. In realta', sembra che Brioloto abbia sostanzia lmente rispettato i lavori preesistenti, limitandosi alle modifiche purame nte funzionali al nuovo aspetto della basilica, che non hanno alterato l'o riginaria unita' d'insieme delle opere di Niccolo'. Diversa e' invece la q uestione sulle singole attribuzioni all'interno del lavoro. Se e' possibil e difatti individuare alcuni momenti di intervento di colloboratori dell'a rtista, come le lastre con i Mesi o i rilievi con figure mostruose, sembra difficile poter accettare la tesi di Arslan (1943) che assegna i due san Giovanni al Maestro della Sacra di San Michele , soprattutto perche' buon a parte della critica piu' recente tende ad identificare sotto tale sigla il me- desimo Niccolo'. Da osservare, infine, che la presenza degli stem- mi degli abati Emilei ha, in questa circostanza un puro significa- to cele brativo, visto che si colloca nei primi decenni del sec. XV e che altri st emmi degli stessi abati compaiono in altre parti del- l'edificio (cfr. le schede corrispondenti). Lo stemma degli Scaligeri sullo scudo del cavalier e in primo piano risale agli ultini anni del sec. XIV
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500053515-1.4
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Veneto
  • ISCRIZIONI in alto a sinistra - S/ ZE/ NO -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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