Madonna col Bambino, i santi Antonio abate e Filippo neri e angeli

dipinto post 1601 - ante 1650

Composizione a sviluppo verticale composta da due parti. In quella superiore, delimitata da una nube, è dipinta, al centro, seduta, la Vergine. Il capo è coperto da un velo che scende dietro le spalle. indossa una tunica girocollo con la gonna che lascia vedere la punta dei piedi e un mantello riccamente panneggiato. Tiene in braccio il Bambino. Intorno a loro, seduti o affacciati dalle nubi sono raffigurati angeli fanciulli. Nella parte inferiore, verso la quale guardano sia la madre che il figlio, in un prato con varie erbe dal valore simbolico, sono rappresentati, inginocchiati e con il viso rivolto verso l’alto, Antonio Abate e Filippo Neri. Il primo indossa la tonaca e il mantello con il cappuccio. Le braccia sono incrociate al petto e una mano tiene il bastone dal quale pende il “Tau”. L’altro indossa camice, pianeta in tessuto operato con motivo floreale a grosso modulo, amitto, e manipolo. Ha le braccia aperte. Sotto la pianeta si intravede un ramo di giglio

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 140 cm
    Larghezza: 110 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Milanese
  • LOCALIZZAZIONE San Calimero
  • INDIRIZZO Via San Calimero, 9/11, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Vergine in veste rosa e blu con velo verde da Assunta e col piede nudo da Immacolata, con in braccio il Bambino nudo, appare in gloria eptangelica ai Santi inginocchiati: a sinistra Antonio di Scete il Grande, con la divisa antoniana (veste grigia, mantello nero col Tau), bastone con la campanella e rosario; a destra Filippo Neri, in veste sacerdotale con camice e pianeta viola floreale con rilievo rosso floreale. Da notare due elementi iconografici. La presenza dei Sette Angeli risponde all’immagine ebraica e poi bizantina dei Sette Arcangeli, semplificata in Occidente con sette figurine angeliche. Il rosario di Antonio risale alla tradizione che lo vuole di origine mediorientale paleocristiana, in alternativa alla più diffusa (e probabile) invenzione/adozione da parte di San Domenico di Guzmán nel XIII secolo. Risulta evidente l’ampio citazionismo: il San Filippo riprende dal celebre dipinto di Guidi Reni alla casa-madre di Santa Maria della Vallicella in Roma, ben noto attraverso riproduzioni e stampe; la Madonna col Bambino rielabora temi di Giovanni Battista Trotti il Malosso, con qualche spunto, anche negli angeli, da Camillo Procaccini. Tale elementi inducono alla prima metà del Seicento, forse verso gli anni trenta/quaranta; con il solito tema filippino a rendere possibile l’origine dionisiana
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303268572
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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