Motivi decorativi
Soffitto ligneo intagliato, policromo e dorato, composto da nove cassettoni ottagonali di cui il maggiore, centrale, incornicia un'area dipinta su intonaco: i cassettoni sono delimitati da cornice intagliata a motivo floreale e da rosoni con pigne pendenti all'incontro dei segmenti che la compongono. Una cornice a mensole, ornata da motivi floreali dipinti su fondo azzurro, corre lungo il perimetro della copertura; i quattro cassettoni angolari, di fondo azzurro, contengono un rosone dorato, delimitato da una fila di mensole alternate a rosette; i restanti quattro cassettoni perimetrali, di forma allungata e dal fondo azzurro, recano un festone di frutta e foglie fissato a coppia di valve alle due estremità e delimitato da una fila di mensole alternate a rosette; il cassettone centrale presenta analoga successione interna di mensole e rosette e, nell'area più prossima al dipinto su muro, con funzione di vera e propria cornice, una decorazione a girali vegetali alternata a segmenti decorati a palmette
- OGGETTO soffitto a cassettoni
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a secco
legno di abete/ doratura
legno di abete/ intaglio
legno di abete/ pittura
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MISURE
Profondità: 1,38 m
Altezza: 11,35 m
Lunghezza: 10,95 m
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ATTRIBUZIONI
Segala Francesco (e Aiuti): scultore
Costa Lorenzo Il Giovane (cerchia): pittore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
bottega veneta
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 4/ Sala dei Marchesi
- INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il soffitto, dai profondi cassettoni intagliati e dorati, segue un disegno che si discosta dal modello giuliesco cui la copertura della vicina sala dei Capitani fa riferimento, rimandando piuttosto agli esempi offerti dalle monumentali coperture cinquecentesche del Palazzo Ducale di Venezia (Berzaghi 2003, p. 234): la presenza della bottega di Jacopo Tintoretto e di Francesco Segala nel contesto decorativo, rispettivamente pittorico e plastico, dell'ambiente conferma l'impronta stilistica veneta della sala dei Marchesi all'interno dell'Appartamento Grande di Castello. Allo stesso scultore Segala, L'Occaso (2009, p. 107) attribuisce il soffitto, in linea con la proposta di Pietrogrande (1955, pp. 118-119) di leggere la presenza del padovano almeno nel disegno della complessa copertura, i cui profondi intagli ben si allineano al carattere dei rilievi alle pareti e richiamano il soffitto della Sala del Collegio del Palazzo Ducale di Venezia. Al centro del soffitto un ampio lacunare ottagonale racchiude un dipinto a secco su intonaco, in grave stato di conservazione: è possibile scorgervi figure alate in sottinsù, recanti un'insegna (?), rami di palma e corone d'alloro. Intra (1880, in Ferrari, L'Occaso 2003, p. 190) annota che il “pregevole soffitto”, “riccamente lavorato”, è in stato di “sufficiente conservazione”; agli inizi del nuovo secolo Achille Patricolo interviene sulla copertura dell'ambiente e sull'estradosso del solaio, procedendo alla sostituzione di una trave ammalorata (Valli 2014, pp. 501-505), ma è durante il Ventennio fascista che il soffitto, nell'ambito del restauro cui la camera, al pari delle altre stanze costituenti l'appartamento, è sottoposta sotto la direzione di Clinio Cottafavi (1925-1929), viene integralmente restaurato. Lo stato della copertura antecedente i lavori è così ricordato da Cottafavi (1929): “un tratto del riquadro centrale era caduto durante l'invernata perché già marcito il cannicciato di sostegno; [...] il soffitto negli angoli di mattina e di ponente, per l'acqua cadutavi da filtrazioni dal tetto, aveva perduto dorature e tinte”. Prima operazione consistette nel consolidamento mediante sostituzione di alcune travi di sostegno, procedendo quindi ad assicurare a tali nuovi elementi la copertura; alcune “cornici a fusoliera, a goccie e a foglie” furono rimesse o integrate, “sebbene a chi voglia bene osservare, la differenza [tra parti originali e parti di restauro] non possa e non debba sfuggire”. Il lacunare centrale del soffitto fu sottoposto a pulitura e restauro pittorico a cura di Arturo Raffaldini. Negli anni Sessanta del secolo scorso (dal 1963 ca.), la ditta Assirto Coffani restaura alcuni stucchi, il soffitto e il registro inferiore delle pareti della camera: l'intervento sul soffitto consiste in una riparazione di “parte delle strutture” e nel “generale consolidamento del colore a tempera e delle dorature degli intagli lignei” (Valli 2014, p. 504). Nel 1996, la ditta Diego Voltolini registra “gravi problemi di conservazione delle cromie e in particolare della metallizzazione a foglia oro”, oltre a “sconnessioni […] nel grande rosone all'angolo sud-est”, procedendo quindi a consolidamenti locali delle cromie mediante Primal AC 33 in soluzione e al controllo statico di fusarole, rosette e rosoni (ASoMn, Relazioni di Restauro)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267675-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0