Crocifissione

tabernacolo murale,

Sulla parete meridionale della Sala dei Fiamminghi (al piano nobile della Magna Domus) si apre una profonda nicchia dalla forma trilobata: all’interno si conserva una Crocifissione piuttosto lacunosa. Il Cristo crocifisso è posto al centro della montagnola del Golgota: l’anatomia del corpo ed il volto sono perduti; in corrispondenza della parte alta della croce è raffigurato il pellicano mistico (raffigurazione piuttosto compromessa). Immerse nello splendido blu di fondo, ai lati del Cristo sono dipinte le figure stanti della Madonna con le braccia aperte (a sinistra), e, dal lato opposto, di San Giovanni Evangelista con le mani raccolte sul petto. Una bordura rossa contorna la rappresentazione separandola dall’estradosso dell’archetto trilobato che presenta anch’esso lacerti pittorici ancora più frammentari: si colgono soltanto due figure con l’aureola nel lato sinistro, parte di un complesso di quattro santi (lo sfondo dello stesso blu intenso è costellato da stelle dorate, occasionalmente sopravvissute). [SI PROSEGUE IN OSS - Osservazioni]

  • OGGETTO tabernacolo murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
    muratura/ intonacatura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Settentrionale
  • LOCALIZZAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Sala dei Fiamminghi o di Sant’Alberto (detta anche delle Lapidi) compresa nell’Appartamento delle Imperatrici, è collocata al piano nobile della Magna Domus. L’ambiente, incluso ancora all’inizio degli anni Novanta nel circuito di visita (Berzaghi 1992, p. 30) deve la denominazione principale agli arazzi fiamminghi che in epoca storica vi furono collocati. Sulla parete meridionale si conserva parte di quello che doveva essere un tabernacolo per la devozione privata, incassato entro una nicchia nella muratura e certamente racchiuso da sportellini (restano tracce di cardini). L’interessante rappresentazione, probabilmente databile all’ultimo quarto del Trecento, mostra una Crocifissione con la Madonna e San Giovanni Evangelista, cui si accompagnavano quattro figure di santi dell’estradosso (quasi completamente perduti). La grande bifora che affaccia su Piazza Sordello fu ricostruita in stile tardogotico durante il ripristino del prospetto principale di Palazzo Ducale nel corso del Novecento: a partire dal 1898 l’architetto Achille Patricolo diede inizio ai saggi per rinvenire le tracce della facciata tardogotica obliterata dal massiccio intervento asburgico con l’apertura di finestre rettangolari (si vedano le numerose fotografie storiche pubblicate sul portale Lombardia Beni Culturali che documentano la situazione anteriore gli interventi, http://www.lombardiabeniculturali.it/). Dal 1906 prese avvio l’articolato progetto di restauro, poi concluso nel 1931 con la messa in opera dei poggioli da parte di Clinio Cottafavi (oltre alla tracce rinvenute nella muratura, come termine visivo di riferimento per la ricostruzione del prospetto medievale fu seguito il celebre dipinto di Domenico Morone, “La Cacciata dei Bonacolsi”, tutt’ora conservato nel museo). Paccagnini nella guida del 1969 riferiva l’apertura delle bifore tardogotiche alla volontà di Francesco I, ultimo capitano del popolo scomparso nel 1407. Il soffitto della stanza ha decorazioni a stampino indicativamente databili a tutto il XV secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267454-2
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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