Incoronazione della Vergine (frammento). La vergine con il Bambino e angeli

dipinto affresco,

Affresco strappato e riportato su tela

  • OGGETTO dipinto affresco
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Fondazione Casa di ricovero Santa Maria Ausiliatrice
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Insieme agli altri tre affreschi staccati di medesima epoca in collezione CARISMA, la “Incoronazione della Vergine” potrebbe provenire dal complesso monastico di Santa Maria delle Grazie a Bergamo. Il convento francescano osservante delle Grazie, fondato da s. Bernardino nel 1422 e costruito e consacrato insieme alla chiesa nel 1427, fu soppresso nel 1810 (Pantarotto 2018). Ai frati minori subentrò per gestione la Congregazione di Carità che organizzò i locali per La Casa di Ricovero per i poveri (fondata il 5 agosto del 1811 e attiva a partire dall’ottobre dello stesso anno), che lì ebbe sede fino al suo trasferimento (1915) presso la nuova struttura costruita nel quartiere della Clementina (Mencaroni Zoppetti 2014). L’affresco che evidentemente versava in precario stato di conservazione potrebbe essere stato strappato, insieme agli altri, forse per essere preservato dalla distruzione di parte del convento (1856) o ristrutturazione di alcuni locali, o forse poco prima del trasferimento de La Casa di Carità. Il complesso monastico comprendeva infatti una vasta area ed era articolato da quattro chiostri. I due chiostri minori erano addossati alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, mentre i due maggiori costituivano la parte centrale del complesso monastico distribuito su due piani, vi erano poi anche alcuni rustici addossati alla chiesa di Santo Jesus (Mencaroni Zoppetti 2014). La forma del frammento suggerisce una collocazione originaria del dipinto su una parete forse scandita da un loggiato dipinto o forse inserita in un’architettura scandita da loggiati con archi a tutto sesto e capitelli ionici. Si trovava forse in uno dei due chiostri minori? Su base deduttiva si può stabilire la misura dell’affresco compreso fra due colonne dipinte, per una larghezza di cm 324 ca. e una presumibile altezza maggiore di 4 metri (forse un riscontro con le planimetrie ottocentesche del convento pubblicate dalla Mencaroni Zoppetti, potrebbe aiutare). Non è dato di sapere se oltre alla Vergine in trono con Bambino e ai forse quattro angeli, fossero comprese altre figure di santi. La parte del registro inferiore è infatti completamente persa così come anche una buona parte della sezione laterale. Anche la figura della Vergine è in gran parte perduta dal mezzo busto in giù, e del Bambino Gesù si leggono il contorno della testa e molto vagamente gli occhi. Al di sopra della Vergine stanno due angeli in volo che offrono la corona, le loro figure si stagliano su un chiaro cielo mentre il terzo angelo è inginocchiato in preghiera sul lato destro. Sebbene l’incoronazione della Vergine con angeli sia stato un tema ricorrente in Lombardia nell’ultimo quarto del XV secolo, gli angeli sono generalmente raffigurati stanti o in ginocchio, dietro o sul trono della Vergine. Bergognone ad esempio adotta l’iconografia degli angeli in volo, nella tavola centrale del trittico per la cappella Brivio in Sant’Eustorgio a Milano, ma sempre nella tipologia di putti vestiti, in un volo quasi verticale. Nel caso dell’Incoronazione della Vergine in collezione CARISMA sembra che l’anonimo pittore si riferisca a modelli non tanto lombardi, ma piuttosto centroitaliani. Gli angeli sospesi in volo che offrono la corona è un tema che ritroviamo in ambito francescano sia nella Gloria di s. Bernardino di Pintoricchio (Roma Santa Maria in Aracoeli, Cappella Bufalini), sia in alcune tavole di Andrea della Robbia che operò per importanti commissioni all’Osservanza di Siena, alla Verna e in altre chiese o per altri committenti legati all’ordine dei minori come Paolo Ugurgiere vicario provinciale degli Osservanti e custode dell’Averna nel 1472. Andrea aveva affrontato più volte questo tema inaugurato intorno al 1480, che incontrò fortuna durante il penultimo decennio del XV secolo e venne realizzato frequentemente anche in seguito e nel secolo successivo, nella produzione dei figli (G. Gentilini 1992). Non sembra un caso che questo tipo di iconografia si ritrovi in ambito minotira anche a Bergamo, un luogo di transito, sulla strada tra Venezia e Milano. Quale possa essere stato il veicolo di trasmissione di questo modello iconografico andrebbe forse ricercato nel contesto francescano, i frati si spostavano e viaggiavano a ciò si aggiunga che la produzione di Andrea Dalla Robbia era molto diffusa e apprezzata, le bianche figure invetriate si adattavano al concetto di semplicità, purezza e luce così rilevanti nel pensiero di s. Bernardino. Non sembra un caso che anche nel nostro affresco gli incarnati delle figure siano infatti molto schiariti. Se da un lato l’iconografia di questo frammento spinge a considerare un ambito centroitaliano, la dolcezza nell’espressione del volto della Vergine e il senso di pacata sospensione e mistero ci riportano ad ambito lombardo, in assonanza con Zenale (si confronti il volto della vergine con quello nella Beata Vergine del Rosario di Oleggio), con il leonardismo di Luini e per le fogge degli angeli con maniche a triplo sbuffo e polsini (s. Maria Maddalena di Baltimora). I volti degli angeli poi presentano tratti di leonardismo sia nella visione scorciata sia nell’uso di incarnati molto schiariti che riprendono quelli della seconda versione della Vergine delle Roccie, e dell’Angelo in Verde (Londra, National Gallery). Pare dunque plausibile ipotizzare una datazione compresa tra la fine del XV e il primo decennio del XVI secolo, una conguintura storica e artistica molto significativa che vede molti artisti lasciare Milano verso Venezia, ma anche verso Bologna, Firenze e Roma
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303243575
  • NUMERO D'INVENTARIO N. 55
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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