Arlecchino, Brighella e ritratto del commediografo Carlo Goldoni. due maschere e un uomo in borghese

dipinto affresco
Gozzi Marco (attribuito)
1759 ca. / 1839

Affresco strappato e riportato su tela

  • OGGETTO dipinto affresco
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • ATTRIBUZIONI Gozzi Marco (attribuito): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Fondazione Casa di ricovero Santa Maria Ausiliatrice
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Margherita Zanardi ritiene che gli affreschi, provenienti dal cortile del palazzo in via Gleno a Bergamo, dove la Casa d’Industria mantenne una succursale in città alta (J. Schiavini Trezzi, 2013, pp. I-XI), siano stati realizzati alla fine del XVIII secolo per i custumi in stile rivoluzionario dei personaggi ritratti. Le scene sembrano ispirate a temi della Commedia dell’Arte per la presenza di maschere come Arlecchino e Brighella in un contesto figurativo molto vicino a quello delle commedie di Goldoni. La Zanardi ipotizza inoltre che insieme ad Arlecchino e Brighella si trovi anche un ritratto di Carlo Goldoni. A supporto di una datazione alla fine del XVIII secolo la studiosa fa riferimento inoltre a un’incisione conservata presso la Biblioteca Angelo Mai datata 1797 con maschere in Piazza Vecchia tra cui Arlecchino, dal titolo “Scherzo allusivo alla prima Rivoluzione dello Stato Veneto seguita in Bergamo il 17 marzo 1797” (Zanardi 1995, p. 296). Nello stesso saggio viene riportata la notizia data dal Bassi Rathgeb (1957) secondo il quale gli affreschi vennero strappati alla fine del XIX secolo dai fratelli Steffanoni, e che nel 1943 gli strappi ornavano lo scalone d’onore della Congragazione di Carità (ma probabilmente era la Pia Casa di Ricovero o la Casa d’Industria nella sede a Bergamo Bassa, si veda Schiavini Trezzi, 2013) ed erano in buono stato di conservazione. Non sappiamo in che modo fossero distribuite le scene figurate nell’assetto originale del ciclo, ma ad oggi anche se in parte la materia pittorica si è perduta le scene mantengono notevole freschezza e vivacità. Questo ciclo con figure rappresenta un unicum nella produzione pittorica del Gozzi che per il resto dipinse sempre paesaggi. Il ciclo che in origine presentava presumibilmente colori più accesi si inserisce nel filone decorativo di Giandomenico Tiepolo con maschere e scene di ricevimento. Per quanto riguarda la datazione agli ultimi anni del XVIII, forse si potrebbe estendere di qualche anno, entro il 1805, data che segna la fine dell’esperienza repubblicana, e la proclamazione di Napoleone come Re d’Italia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303243571-0
  • NUMERO D'INVENTARIO N. 47
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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