decapitazione di San Giovanni Battista (parete frontale)

dipinto murale, 1652 - ante 1652
Valletta (attribuito)
notizie 1630/ 1660

Personaggi: San Giovanni Battista; re Erode; Erodiade

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Valletta (attribuito): esecutore delle quadrature
    Carlone Giovanni Battista (1603/ 1683-1684)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa della Certosa delle Grazie
  • INDIRIZZO viale Monumento, 4, Certosa Di Pavia (PV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La produzione del Carlone alla Certosa, nelle cappelle del Battista e di Santa Caterina, rappresenta una delle rare incursioni dell'artista ligure in Lombardia. La sua pittura, fatta di cromatismi accesi e forte vigore espressivo, si inserisce pienamente nel filone barocco certosino, insieme alle coeve creazioni di Ercole Procaccini e dello Storer. Nell'affresco della parete sinistra, rappresentante il rimprovero del Battista a Erode, la pennellata del Carlone, ispirata a quella del Grechetto e dello Strozzi, è svelta, alleggerisce e sdrammatizza le forme della composizione, impostata su due diagonali che passano in corrispondenza dei volti dei due protagonisti e convergono sul trono di Erode, come già sperimentato nella grande tela collocata nel presbiterio della chiesa di San Giovanni Battista a Chiavari (dopo il 1644). Il chiaro impianto costruttivo si rifà all'insegnamento ricevuto dal Carlone a Firenze presso Domenico Cresti detto il Passignano. L'invenzione delle teste di carattere, quasi una galleria di volti su cui si esercita l'artista, rivela invece l'ispirazione al Grechetto: dal vecchio a fianco del Battista, appoggiato al bastone con aria estatica, al fanciullo che gioca con il cane ai piedi del trono di Erode, al personaggio di destra che si volge verso lo spettatore e in cui forse è da ravvisare un ritratto del pittore, come suggerito dal Magenta (1897). ||Il riquadro sotto la finestra rappresenta invece il momento successivo alla decapitazione del Battista: la figlia di Erode, Erodiade, si allontana verso destra recando una coppa con la testa del Santo, il cui corpo giace a terra, mentre un angelo scende dal cielo portando una corona. A sinistra, entro il cartiglio sorretto da un monaco dipinto a monocromo, si legge un'iscrizione con la dedicazione dell'altare da parte del vescovo pavese Francesco Biglia.||Riguardo alla collocazione cronologica di questi affreschi, essa deve essere posta prima del 1652, sulla base di alcuni dati certi: la committenza da parte del Biglia (1648); l'anno di morte del Valletta, autore delle quadrature (1652); infine la chiara derivazione dal nostro dipinto dell'affresco di Ercole Procaccini (quarta cappella a sinistra, 1652), raffigurante i Re Magi al cospetto di Erode. E' forse possibile ancorare la datazione all'Anno Santo 1650, in considerazione della volontà da parte di Francesco Biglia di esaltare in questa occasione la figura dello zio precursore Giovanni Battista Biglia, che fu anch'esso arcivescovo di Pavia dal 1609 al 1617
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300702294-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale e Museo della Certosa di Pavia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 2011
  • ISCRIZIONI parete frontale, a sinistra - ARA HAEC/ DICATA FVIT/ AB ILL.mo ET B.mo/ DD. ... -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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