sarcofago,
sarcofago inserito in una struttura a base rettangolare segnata da due gradini in marmo rosso, decorati da fusarole e serie di foglie, che si ripetono nella terminazione. Cassa del sarcofago caratterizzata sul fronte da colonne in marmo bianco scolpite con motivi a candelabre
- OGGETTO sarcofago
- AMBITO CULTURALE Bottega Mantovana
- LOCALIZZAZIONE di San Benedetto abate
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il sarcofago di San Simeone è inserito nell'altare settecentesco che fu trasportato intorno al 1792 nella prima cappella sinistra (per il quale si propone il riferimento orizzontale 0300185416). E' chiuso dal paliotto dorato tardottocentesco, per il quale si propone il riferimento orizzontale 0300185417. Il sarcofago non è quello originario, Piva ipotizza che il sarcofago di San Simeone sia sostituito intorno al 1445 quando è aperto alla presenza dell'abate commendatario Guido Gonzaga ed è esposto su due colonne in mezzo alla chiesa (1980, p. 49). Nel 1446 la tomba è consacrata con l'altare della prima cappella a sinistra e di nuovo altare e "arca marmorea" sono consacrati nel 1477 (Piva, 1980, p. 49). Secondo Piva la tomba/altare in marmo bianco con le candelabre rinascimentali è databile tra XV e il XVI secolo, mentre le lastre in marmo rosso dovrebbero essere di poco anteriori. Tuttavia i caratteri stilistici sia del sarcofago in marmo bianco sia della struttura in marmo rosso possono essere ricondotte al gusto rinascimentale che si diffonde negli arredi lombardi nell'ultimo quarto del secolo XV, in un periodo vicino, quindi, alla consacrazione del 1477 dell'altare e del sarcofago in esso inserito. I motivi a candelabre, infatti, caratterizzano le opere lombarde dell'ultimo quarto del secolo influenzate da Bramante, mentre le lastre in marmo rosso richiamano il lavabo da sacrestia con l'Annunciazione, posto nel vano tra la quarta e la quinta cappella a sinistra. La figura di San Simeone, il santo eremita di origini armene che si ritirò a Polirone poco prima della morte avvenuta il 16 luglio 1016, è celebrata nella prima cappella a sinistra. Per il culto del santo taumaturgo si rimanda allo studio di Piva (1981, p. 235) che riprende la "vita Sancti Symeonis monachi", scritta poco dopo la morte del santo
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300185416
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0